In estate le bollette si alzano per l’utilizzo dei climatizzatori. Vi proponiamo un vademecum per fare la scelta giusta e adottare le buone prassi per la riduzione dei consumi di un elettrodomestico che sta diventando sempre più necessario.
L’utilizzo di un climatizzatore incide in maniera consistente sulle bollette di una famiglia. Ma quanto, esattamente?
Secondo un recente studio effettuato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dal Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici in otto diversi Paesi (tra cui Francia e Spagna), le bollette balzano in alto in media tra il 35 e il 42%.
Benché il dato possa variare molto in funzione della zona climatica, e quindi dall’intensità di utilizzo dell’impianto, la differenza rispetto a chi non ha un climatizzatore è davvero consistente, tanto da poter far sorgere qualche dubbio sulla decisione di acquisto.
Lo studio mette in luce alcuni fattori che spingono verso un utilizzo più o meno intenso dei climatizzatori. Per esempio, vivere in un'area urbana aumenta di nove punti percentuali la probabilità di averne uno tra le proprie dotazioni domestiche, così come i più giovani, o chi vanta standard di comfort più elevati, è decisamente più incline all’utilizzo dell’aria condizionata.
Sarà però un altro fattore che porterà presto la climatizzazione estiva a essere non più un lusso ma una necessità: l’innalzamento globale delle temperature, specialmente nei Paesi più a sud compresa la fascia mediterranea. Climatizzare gli ambienti diventerà una condizione indispensabile per garantire livelli di comfort accettabili e salvaguardare la salute delle persone più deboli.
Prepariamoci dunque a diventare tutti - o quasi - utenti affezionati dei sistemi di climatizzazione, ma facciamolo con intelligenza. Per limitare la spesa in bolletta e l’impatto sull’ambiente bisogna conoscere le caratteristiche importanti per la scelta dell’apparecchio, poi bisogna adottare alcune buone prassi: ve le riassumiamo di seguito partendo dalle prime, presenti nei sistemi di climatizzazione più evoluti di ultima generazione. Tra questi c’è l’ultimo nato di casa Viessmann, il modello Vitoclima 300-Style (per saperne di più leggi "Vitoclima 300-Style, la climatizzazione smart senza compromessi").
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Caratteristiche e buone prassi per ridurre i consumi dei climatizzatori
- Classe energetica: è l’indicatore più importante, riportato nell’etichetta energetica, per capire quanto sono bassi i consumi del climatizzatore. La classe varia dalla A+++ (la migliore) alla D. Oggi in Europa i nuovi climatizzatori devono essere almeno in classe a A+. Con condizioni di temperatura e umidità standard e costanti, la classe efficienza A+++ in modalità raffrescamento consuma in media circa 160 kWh l’anno, il 40% in meno rispetto a un modello A.
- Parametro SEER: la classe energetica di un condizionatore del tipo split è indicata dal valore SEER (Seasonal Energy Efficency Ratio), che rappresenta l’indice di rendimento nominale stagionale in funzione raffreddamento. Più alto è il SEER, più è efficiente è l’apparecchio: la classe A+++ vanta un SEER pari ad almeno 8.50 mentre nella A++ è compreso tra 6,10 e 8,50.
- Inverter: i climatizzatori dotati di inverter modulano la potenza di funzionamento in modo intelligente; partono alla massima potenza per poi diminuirla quando il valore di temperatura è prossimo a quello desiderato. Da quel momento in poi funzionano con la minima potenza necessaria a mantenere costante la temperatura, eliminando i continui on-off del motore e consumando meno elettricità.
- Caratteristiche “smart”: la presenza di sensori per il rilevamento delle presenze nell’ambiente permette di ridurre gli sprechi adeguando il funzionamento del climatizzatore in funzione delle concrete necessità.
- Impostazione temperatura corretta: la normativa prevede che durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione estiva, la media ponderata delle temperature dell'aria negli ambienti raffrescati non sia minore di 26°C, con 2°C in meno di tolleranza. In ogni caso, per motivi di salute è bene evitare eccessivi sbalzi termici tra l’interno e l’esterno.
- Funzione deumidificazione: deumidificando gli ambienti (funzione di cui i climatizzatori moderni sono dotati), è possibile diminuire la sensazione di disagio a parità di temperatura. Con 27 °C di temperatura ambiente e un’umidità relativa del 90% la temperatura percepita è di 30°C, mentre basta portare l’umidità al 60% per percepirne 28.
- Posizionamento: è bene posizionare sempre il climatizzatore in alto, perché l’aria fredda si muove dall’alto verso il basso. Non bisogna posizionarlo dietro divani o tende. Ogni stanza, inoltre, dovrebbe avere il proprio apparecchio: usarne uno solo per più locali mantenendo le porte aperte causa solo la dispersione del freddo.
- Raffrescamento passivo: i climatizzatori funzionano bene con un buon isolamento termico delle pareti; se la propria abitazione è un “colabrodo” energetico, la macchina sarà costretta a funzionare di più per garantire l’abbassamento della temperatura. Inoltre, mettendo in atto piccoli accorgimenti, come l’apertura delle finestre per creare movimento d’aria o la posa di vegetazione, piante rampicanti e pergolati sulle pareti esterne esposte al sole, è possibile ottenere un raffrescamento naturale.
- Tenere chiuse le finestre: durante il funzionamento del climatizzatore è necessario tenere la casa “sigillata”, per evitare scambi di calore con l’esterno.
- Effettuare una corretta manutenzione: la pulizia periodica di filtri e ventole e il controllo della tenuta del circuito del gas sono indispensabili per garantire il corretto funzionamento della macchina alle prestazioni ottimali.
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