L’accensione del riscaldamento potrà partire dal 22 ottobre al Nord, dall’8 novembre al Centro e dal 22 novembre al Sud. Ogni famiglia potrà risparmiare 134 metri cubi di gas.
I tempi attuali ci costringono a cambiare le nostre abitudini. È già successo durante gli anni 70 quando, a causa della crisi del petrolio, in Italia abbiamo sperimentato concretamente cosa significa “austerity”. Anche oggi, come allora, dobbiamo assolutamente risparmiare energia, prima di tutto perché i costi delle bollette stanno diventando insostenibili, poi perché altrimenti rischiamo di non avere gas sufficiente per superare l’inverno. Proprio con l’obiettivo di consumare meno gas da qui alla prossima estate, quando il riscaldamento sarà di nuovo spento, il governo ha deciso che in casa dovremo stare un po’ più al fresco. Vediamo quindi quando potremo procedere con l’accensione del riscaldamento, come dovremo usarlo e quali altre novità potrebbero esserci durante l’inverno per il risparmio energetico.
Indice
- Accensione riscaldamento: una settimana più tardi e 1°C in meno
- Quando si accende il riscaldamento, zona per zona
- Le decisioni dell’Europa per il risparmio energetico
- Risparmiare gas con le caldaie a condensazione
Accensione riscaldamento: una settimana più tardi e 1°C in meno
All’interno del suo piano per contrastare la crisi energetica, il Ministero per la transizione Ecologica ha inserito una misura amministrativa che punta a ottenere un risparmio immediato di gas, per prepararci a un eventuale stop totale delle forniture dalla Russia e rispondere alla richiesta europea sulla riduzione volontaria del 15% dei consumi energetici di gas per il periodo compreso tra il 1° agosto 2022 e 31 marzo 2023 (se si entrasse in “zona rossa”, corrispondente a uno stato di allarme dell'Unione per la sicurezza dell'approvvigionamento, la riduzione della domanda di gas diventerebbe obbligatoria). Il regolamento riguarda il riscaldamento e coinvolge tutti gli edifici abitativi, compresi i condomìni, gli edifici industriali e quelli commerciali, mentre non sono coinvolte le utenze “sensibili”, ossia ospedali e case di riposo.Ecco allora come cambierà l’accensione del riscaldamento nel 2022:
- il periodo di accensione degli impianti termici viene ridotto di 15 giorni, posticipando di 8 giorni l’inizio del riscaldamento e anticipando di 7 la fine del funzionamento;
- la durata giornaliera di accensione diminuisce di 1 ora;
- la temperatura di riscaldamento all’interno degli edifici viene ridotta di un grado, quindi da 20 a 19°C per quanto riguarda gli edifici residenziali e da 18 a 17°C per tutti gli altri. Ci sono però due gradi di “tolleranza”, quindi concretamente in casa si potrà arrivare a 20 o 21°C.
Quando si accende il riscaldamento, zona per zona
In Italia i periodi di accensione riscaldamento variano da sempre a seconda della zona climatica. Quest’anno, quindi, nel Nord Italia e parte del tratto appenninico (zona climatica E) il riscaldamento potrà essere riacceso a partire dal 22 ottobre (normalmente era il 15) e fino al 7 aprile, per 13 ore al giorno. A Roma e in buona parte del Centro e Sud Italia (zona climatica D), invece, si accenderà dall’8 novembre e si spegnerà sempre il 7 aprile, per 11 ore al giorno, mentre in zona C, ossia in Puglia e buona parte delle Isole maggiori, il periodo di accensione sarà dal 22 novembre al 23 marzo. L‘unica area esclusa da queste nuove date è la zona F con climi particolarmente rigidi, corrispondente alle zone montane di Alpi e Appennini.
Con questa misura amministrativa che riguarda l’accensione del riscaldamento, il Governo punta a risparmiare a livello nazionale 2,87 miliardi di metri cubi di gas metano. Per una “famiglia tipo” si eviterà il consumo annuale di 134 metri cubi di gas, pari un risparmio economico di 179 euro (questa cifra è calcolata con le quotazioni del gas del 2° trimestre 2022, ora il calcolo porterebbe a un risparmio superiore).
Le decisioni dell’Europa per il risparmio energetico
A livello europeo sono state prese altre decisioni per attuare il risparmio energetico durante l’inverno. Il Consiglio Ue, infatti, ha approvato un obiettivo di riduzione complessiva del 10% del consumo di energia elettrica, con l’obbligo di riduzione del 5% nelle ore di punta, per il periodo compreso tra il 1º dicembre 2022 e il 31 marzo 2023. Spetterà ai singoli Stati Ue individuare le modalità per attuare questo obiettivo e decidere le ore di punta durante le quali la domanda di elettricità dovrà essere ridotta. Concretamente, per gli utenti significa che in alcune fasce orarie potrebbe essere ridotta la potenza disponibile al contatore e non si potranno dunque accendere più elettrodomestici contemporaneamente.
Risparmiare gas con le caldaie a condensazione
Come abbiamo visto, l’Europa ha deciso che quest’inverno dobbiamo ridurre i consumi di gas del 15% e per questo motivo l’accensione del riscaldamento viene posticipata. Vale la pena considerare che sostituendo vecchia una caldaia a gas tradizionale con una condensazione evoluta (un esempio sono la Vitodens serie 100 in classe A+) questi risparmi sono garantiti.
Le caldaie a condensazione (obbligatorie dal 2015) riducono i consumi di gas del 20-30% rispetto alle obsolete caldaie a camera aperta ma anche rispetto a quelle a camera chiusa non dotate della tecnologia a condensazione. Il risparmio diventa maggiore quando si può impostare una temperatura dell’acqua più bassa dei classici 65/70 °C, una condizione idonea per sistemi di distribuzione del calore a bassa temperatura come i pannelli radianti a pavimento o i ventilconvettori. Oggi, inoltre, le tecnologie digitali aiutano a gestire con semplicità la regolazione della temperatura in casa mantenendo comunque il comfort ideale (per sapere di più leggi Efficienza energetica tra buone prassi e scelte tecnologiche).