L’addolcimento dell’acqua evita la formazione del calcare, prolungando la vita della nostra caldaia e degli elettrodomestici e mantenendoli efficienti. E permette di risparmiare sulle pulizie di casa.
Indice:
- Cosa contiene l’acqua dell’acquedotto
- Calcio e magnesio, la causa del calcare
- Quando l’acqua è dura
- Il calcare e i suoi effetti sull’acqua
- Addolcimento acqua, che cos'è
- Tecnologie per l’addolcimento dell’acqua: gli addolcitori
- I vantaggi dell’acqua dolce
Cosa contiene l’acqua dell’acquedotto
Partiamo da una premessa rassicurante: l’acqua potabile che arriva nelle nostre case dagli acquedotti è sicura, conforme in quasi il 100% dei casi ai parametri stabiliti dalla legge (il 99,1% per i parametri sanitari microbiologici e chimici). A confermarlo è l’ultimo rapporto sulle acque italiane coordinato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità e realizzato sulla base dei dati prodotti dalle Regioni. Sono stati esaminati i risultati di oltre 2,5 milioni di analisi chimiche tra il 2020 e il 2022.
L’acqua del rubinetto si può, quindi, bere con tranquillità, evitando tra l’altro di dover consumare e smaltire la plastica delle bottiglie. A seconda della sua provenienza e dagli strati di sottosuolo che attraversa, però, la qualità dell’acqua, il suo sapore e il suo odore possono variare, in funzione della quantità di sali minerali presenti.
Questi sali minerali sono principalmente calcio, magnesio, potassio e sodio, tutti elementi importanti per l'organismo umano perché contribuiscono a mantenere l'equilibrio idrico del nostro corpo. Tuttavia, ve ne sono due che possono causare problemi agli impianti e agli elettrodomestici di casa, se contenuti in eccesso: i sali di calcio e magnesio.
Calcio e magnesio, la causa del calcare
I sali bicarbonati di calcio e magnesio sono sostanze solubili e si trovano normalmente nell’acqua in equilibrio con i carbonati di calcio e magnesio e con l’anidride carbonica.
Quando aumenta la temperatura dell’acqua (già sopra i 30°C) si scatena, però, una reazione chimica che libera anidride carbonica sbilanciando tale equilibrio: i bicarbonati di calcio e magnesio si trasformano in carbonati, sostanze poco solubili che tendono a precipitare formando incrostazioni: così nasce il calcare.
Se l’acqua è già per sua natura “dura”, ossia ricca di sali di calcio e magnesio, il fenomeno ovviamente si aggrava e si verifica una maggiore produzione di depositi di calcare.
Quando l’acqua è dura
L’acqua viene considerata dura quanto i sali carbonati di calcio e magnesio disciolti superano un certo livello. Altrimenti, l’acqua è definita “dolce".
La durezza dell’acqua, in particolare, si misura con una unità di misura particolare chiamata grado francese (°f). Un grado francese indica un contenuto di sali di calcio e magnesio equivalente a 10 g di carbonato di calcio (CaCO3) in 1 metro cubo di acqua.
A quale livello l’acqua diventa dura?
Ecco una piccola tabella sulla durezza:
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acqua dolce con fino a 15°f
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acqua media tra i 15°f e i 20°f
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acqua dura da 20 a 30°f
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acqua molto dura oltre i 30°f
In Italia l’acqua è molto dura, dura o mediamente dura su quasi tutto il territorio, con le zone peggiori che si trovano nella della Pianura Padana e nell’Emilia-Romagna, nel Centro Italia e in Sicilia. Solamente nelle zone alpine della Valle d’Aosta e del Trentino Alto Adige l’acqua è dolce.
Il calcare e i suoi effetti sull’acqua
Un eccesso di calcio e magnesio nell’acqua non è dannoso per la salute, anche se l’acqua dura ha un sapore meno gradevole. Tuttavia, può provocare inconvenienti (o veri e propri danni) agli impianti e agli elettrodomestici di casa.
Oltre al disagio delle tipiche macchie di calcare sulle stoviglie e all’incombenza di dover disincrostare filtri dei rubinetti e soffioni della doccia, le incrostazioni di calcare (che è un ottimo isolante) impediscono il normale scambio termico.
Questo significa che gli scambiatori delle caldaie e degli scaldabagni, le resistenze di lavatrici e lavastoviglie diminuiscono le proprie prestazioni e gli apparecchi consumano di più per trasferire calore all’acqua.
Non solo, perché le incrostazioni all’interno delle tubazioni, di valvole, miscelatori, possono ostacolare il passaggio dell’acqua e possono persino favorire fenomeni di corrosione, portando a danni permanenti dell’impianto o dell’apparecchio.
Non bisogna poi dimenticare gli inconvenienti per gli indumenti e i capelli che risultano più ruvidi e opachi dopo i lavaggi, mentre la pelle diventa più secca perché il calcare tede ad ostruire i pori. Il calcare obbliga anche ad aumentare le dosi di detersivi e detergenti, perché ne diminuisce l’efficacia e impedisce la formazione di schiuma.
Addolcimento dell’acqua, che cos'è
Il processo di addolcimento dell’acqua permette di abbassare la durezza dell'acqua rimuovendo parzialmente i sali di calcio e magnesio presenti: in sostanza è una demineralizzazione, ma che opera in maniera selettiva riguardando solamente determinate sostanze, quelle maggiormente responsabili del calcare, e mantenendo inalterata la presenza degli altri sali.
Normalmente, questo lavoro viene svolto da particolari resine ricche di sodio, con il principio dello scambio ionico.
Entrando in contatto con la resina, gli ioni di calcio e magnesio vengono trattenuti e al loro posto vengono rilasciati nell’acqua ioni di sodio. In questo modo riusciamo a centrare il nostro obiettivo, perché eliminiamo i carbonadi di calcio e magnesio che non sono solubili e li sostituiamo con il carbonato di sodio che è solubile e che, quindi, non precipita causando incrostazioni.
Dopo aver effettuato un certo numero di cicli di scambio ionico, la resina si “esaurisce” perché non sono più disponibili ioni di sodio per lo scambio. A questo punto è necessario rigenerarla, inondandola con una salamoia di acqua e cloruro sodio (sale da cucina) che apporta nuovo sodio alla resina e riporta la sua composizione chimica al livello iniziale.
Tecnologie per l’addolcimento dell’acqua: gli addolcitori
Il processo di addolcimento dell’acqua viene fatto da dispositivi chiamati, appunto, addolcitori. Essenzialmente, si tratta di contenitori, disponibili in diverse taglie a seconda della destinazione d'uso, riempiti con le resine per lo scambio ionico: prima di arrivare alle varie utenze della casa (caldaia, rubinetti, attacchi di lavatrice e lavastoviglie, ecc), l’acqua dura transita dentro l’addolcitore e viene addolcita, cedendo parte del proprio contenuto di ioni di calcio e magnesio e acquisendo al loro posto ioni di sodio (il sale).
Il processo non coinvolge gli altri sali presenti nell’acqua che saranno, quindi, presenti anche dopo il trattamento.
La rigenerazione delle resine avviene automaticamente, grazie a un meccanismo che le inonda con una soluzione salina concentrata (salamoia).
Esistono processi di rigenerazione più o meno efficienti, a seconda della tecnologia. Negli addolcitori volumetrici intelligenti Viessmann, ad esempio, la rigenerazione viene effettuata in base ai consumi di acqua effettivi e viene integrata la salamoia strettamente necessaria a ricaricare solo le resine effettivamente esaurite. In questo modo, si risparmia fino al 50% nel consumo di acqua e sale.
Un addolcitore va installato a monte di tutte le utenze dell’acqua domestiche, quindi nel punto di ingresso dei tubi dell’acquedotto in casa. Normalmente, questo si trova in cucina e si può procedere con una installazione sotto-lavello. In ambito condominiale, la soluzione migliore è installare un unico addolcitore di taglia più grande dedicato a tutti gli appartamenti.
È importante ricordare che un addolcitore non rende potabile né purifica l’acqua del rubinetto, operazione che viene fatta dai depuratori a filtro, ma elimina il calcare in eccesso per renderla idonea a tutti gli utilizzi tecnici della casa: dalla caldaia allo scaldabagno, dalla pompa di calore alla lavastoviglie, alla lavatrice.
Acqua dolce, tutti i vantaggi
Addolcire l’acqua comporta numerosi vantaggi, in ambito domestico come per gli impianti aziendali.
Per prima cosa significa risparmiare, perché si evitano problemi agli impianti e agli elettrodomestici, che dureranno di più e non aumenteranno i consumi nel tempo. Molto probabilmente si eviteranno anche interventi di manutenzione straordinaria dovuti ai problemi legati alle incrostazioni su serpentine e scambiatori di calcare.
L’acqua dolce permette, inoltre, di utilizzare meno detersivi e saponi, aggiungendo al risparmio economico un importante elemento di tutela ambientale perché si scaricano acque contenenti meno sostanze inquinanti, come i fosfati.
Infine, c’è il risparmio di tempo e fatica per ripulire dal calcare rubinetti, soffioni e vetri del box doccia. Senza dimenticare il comfort che si traduce in tessuti più morbidi, capelli e pelle più sani e un gusto dell’acqua decisamente migliore.