6 dicembre 2022  |  a cura di Alberto Villa  |  condividi con

Indipendenza energetica a portata di cittadini e PMI

<span id="hs_cos_wrapper_name" class="hs_cos_wrapper hs_cos_wrapper_meta_field hs_cos_wrapper_type_text" style="" data-hs-cos-general-type="meta_field" data-hs-cos-type="text" >Indipendenza energetica a portata di cittadini e PMI</span>

L’indipendenza energetica non deve essere per forza totale: essere in parte autosufficienti vuol dire risparmiare su tutta l’energia autoprodotta. L’esempio di una PMI.

L’indipendenza energetica, ossia la capacità di provvedere autonomamente al proprio fabbisogno, non è più un’utopia riservata a pochi eletti e inarrivabile per la maggior parte delle persone e delle aziende. Non deve essere per forza un’indipendenza totale (una configurazione possibile e conveniente solo in alcuni casi), ma può esserlo certamente a livello parziale, grazie ad alcune tecnologie che sono accessibili per tutti (leggi anche Indipendenza energetica: vivere in modo autosufficiente in casa). Si tratta dei sistemi per la produzione e l’utilizzo dell’energia più evoluti a disposizione, perché è qui che si sta concentrando la ricerca e sviluppo dei produttori di questo settore negli ulti anni (Viessmann, a questo proposito, ha recentemente annunciato l’investimento di 1 miliardo di euro nelle pompe di calore e in altre soluzioni sostenibili). In più, sono tecnologie efficienti che consentono di utilizzare energia rinnovabile, contribuendo alla transizione energetica dalle fonti fossili verso le fonti pulite. Vediamo come famiglie, condomini, uffici e piccole imprese possono puntare già oggi all’indipendenza energetica.

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Indice:

  1. I vantaggi dell’indipendenza energetica
  2. Autoproduzione ed efficienza energetica devono viaggiare insieme
  3. Indipendenza energetica: con quali tecnologie si raggiunge
  4. Indipendenza energetica nelle PMI: un esempio concreto

I vantaggi dell’indipendenza energetica

L’indipendenza energetica realizzata con le tecnologie pulite consente di ottenere una serie di benefici, che coinvolgono l’utente finale, il sistema Paese e il Pianeta:
  • Vantaggi economici per famiglie e imprese: grazie all’auto-produzione tipica del concetto di prosumer (leggi anche Come diventare prosumer per essere energicamente autonomi, le famiglie e le imprese possono svincolarsi anche in larga parte dai fornitori e abbassare i costi delle bollette, non subendo le fluttuazioni dei prezzi dell’energia che abbiamo sperimentato da un anno a questa parte; soprattutto per le PMI questo elemento è fondamentale, perché poter contare su previsioni certe dei costi energetici significa non avere sorprese a bilancio a fine anno;

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  • Vantaggi per il Paese: più indipendenza energetica per cittadini e imprese significa anche più indipendenza energetica per l’intero Paese, grazie all’aumento delle fonti rinnovabili e alla diminuzione delle importazioni dal gas metano;
  • Vantaggi ambientali: un maggior contributo di energie green comporta sia una diminuzione di CO2 sia di altre sostanze inquinanti a livello locale causate dalla combustione di combustibili fossili.

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Autoproduzione ed efficienza energetica devono viaggiare insieme

Il grado di autosufficienza energetica, ossia il rapporto tra l'energia auto-prodotta e quella effettivamente consumata, determina quanto un edificio o un’attività possono essere indipendenti nel soddisfare il proprio fabbisogno. L’obiettivo dell’indipendenza energetica totale si può avvicinare maggiormente se concorrono due condizioni fondamentali: l’auto-produzione dell’energia (da fonti rinnovabili come il fotovoltaico) e la riduzione del fabbisogno di energia che si raggiunge tramite l’efficientamento energetico delle strutture e degli impianti: ad esempio, l’isolamento dell’involucro edilizio che minimizza le necessità di riscaldamento e raffrescamento e l’utilizzo di generatori di calore con un rendimento più alto.
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Indipendenza energetica: con quali tecnologie si raggiunge

Quali scelte tecnologiche è necessario effettuare per puntare all’indipendenza energetica? È importante sottolineare che non basta un singolo sistema, ma serve un insieme di soluzioni impiantistiche che lavorano in sinergia per soddisfare autoproduzione e utilizzo efficiente dell’energia. Ecco quali sono.

Fotovoltaico: la produzione autonoma della propria elettricità in modo gratuito (a parte ovviamente l’investimento iniziale) è un pre-requisito essenziale per potersi liberare dall’acquisto di vettori energetici dai fornitori (elettricità, combustibili gassosi, liquidi o solidi) e per ridurre quindi le bollette. Le famiglie che vivono in un edificio autonomo unifamiliare, i condomini, le imprese che hanno a disposizione superfici utili sulle coperture o all’esterno (cortili, pensiline) dovrebbero considerare prima di tutto questo intervento. La dimensione dell’impianto va calcolata sull’effettivo fabbisogno elettrico dell’utenza.

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Sistema di accumulo dell’elettricità: permette di utilizzare in un momento successivo l’elettricità prodotta dall’impianto fotovoltaico durante le ore di luce, ed è quindi molto importante per massimizzare l’autonomia energetica.

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Pompe di calore elettriche: l’elettricità auto prodotta deve essere ovviamente consumata, quindi serve un sistema di climatizzazione che consumi elettricità e non gas: sono le pompe di calore, che sfruttano fonti rinnovabili e in condizioni ottimali sono molto più efficiente di una caldaia. Disponibili in diverse tipologie e taglie per tutte le esigenze (dalla residenza unifamiliare al condominio, dagli edifici commerciali a quelli industriali), le pompe di calore esistono anche in versione ad alta temperatura (in grado di scaldare l’acqua oltre i 60 °C) o nella tipologia VFR, (Variable Refrigerant Flow), sistemi che sfruttano l’espansione diretta del gas senza cedere energia termica all’acqua, vantano rendimenti particolarmente elevati con possibilità di configurazione flessibile nei vari ambienti. Utilizzando pannelli radianti a pavimento oppure i ventilconvettori, una pompa di calore può servire sia per riscaldare che per raffrescare.
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Sistemi ibridi: in tutte le situazioni dove non è possibile installare una pompa di calore, per esempio quanto le temperature di mandata richieste sono molto elevate (come in edifici non isolati e con climi invernali molto rigidi) la soluzione è il sistema ibrido che affianca alla pompa di calore una caldaia a condensazione. Quando le condizioni di richiesta termica lo consentono, viene comunque data priorità alla pompa di calore.
 
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Indipendenza energetica nelle PMI: un esempio concreto

Immaginiamo una Piccola Media Impresa del settore commerciale, ad esempio una struttura ricettiva o una palazzina per uffici in zona climatica E, con un’ampia superficie disponibile per l’installazione dei pannelli fotovoltaici esposta a sud. Le valutazioni effettuate dai tecnici progettisti Viessmann stimano che in un contesto di questo tipo sia possibile raggiungere un target di indipendenza energetica del 55% sulla climatizzazione invernale ed estiva con l’installazione di:
  • impianto fotovoltaico da 40 kWp con sistema di accumulo (90 moduli Vitovolt M485 e 2 Viessmann Battery HV1 17.8 da 17,75 kWh).
  • Pompa di calore ad alta temperatura (Vitoclima 333 S PRO in configurazione in cascata da 100 kW).

Rispetto agli 80.000 kWh/anno di consumi elettrici previsti per la climatizzazione invernale ed estiva, l’impianto fotovoltaico da 40 kWp con accumulo può provvedere a fornirne 44.000 kWh, mentre altri 4.000 kWh possono restare disponibili per altri carichi elettrici, come l’illuminazione, l’ascensore o la colonnina di ricarica per le auto elettriche. La stima del risparmio economico è di circa 18.200 euro l’anno, tale da consentire un ritorno dell’investimento dell’impianto fotovoltaico con accumulo in soli 5,4 anni.

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