17 marzo 2023  |  a cura di Giovanni Finarelli  |  condividi con

Stop sconto in fattura e cessione del credito per i Bonus edilizi

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17 marzo 2023
News, Normative e Agevolazioni fiscali

IL Decreto legge “blocca crediti” in vigore dal 17 febbraio 2023 obbliga a pagare l’intero costo dell’intervento, recuperando l’agevolazione in dichiarazione dei redditi. L’alternativa è il finanziamento.

Indice:

  1. Superbonus, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni solo con detrazione fiscale
  2. Cos'è lo sconto in fattura
  3. Cos'è la cessione del credito
  4. Da quando è in vigore lo stop
  5. Interventi non coinvolti o a rischio stop
  6. Penalizzati redditi bassi e case indipendenti
  7. Le alternative: il finanziamento
  8. Le conseguenze per le imprese
  9. Perché il Governo ha eliminato questi strumenti
  10. Richiedi un preventivo a un Partner Viessmann

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Superbonus, Ecobonus, Bonus ristrutturazioni solo con detrazione fiscale

D’ora in poi sfruttare i Bonus edilizi per riqualificare la casa sarà, almeno per il tema importo dell'investimento iniziale, tornerà un po’ meno conveniente. Con il Decreto legge “blocca crediti”, infatti, il Governo dal 17 febbraio 2023 ha deciso di eliminare lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d'imposta per i lavori di efficientamento energetico e ristrutturazione che possono fruire delle detrazioni fiscali.

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Optando per lo sconto in fattura finora era stato possibile pagare solamente la parte di spese già scontate della detrazione, perché il credito fiscale maturato veniva ceduto all’impresa appaltatrice o al fornitore della tecnologia che praticava lo sconto. La misura riguarda Superbonus, Ecobonus, bonus ristrutturazioni, Bonus facciate, Sismabonus, Bonus barriere architettoniche.

Mentre il Governo sta ancora valutando varie ipotesi per salvare le imprese riguardo ai crediti già acquisiti dai clienti, per chi volesse fare degli interventi sulla propria abitazione restano le vecchie modalità di fruizione dei bonus edilizi: pagare l’intero importo dovuto e portare la cifra spettante in detrazione fiscale spalmandola negli anni. Ma non tutto è perduto: esistono, infatti, degli strumenti alternativi che permettono di evitare una spesa iniziale onerosa, come il credito agevolato.

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Cos'è lo sconto in fattura

Con questo termine si intende la possibilità per un cliente di fruire, al posto della detrazione fiscale in più anni (5 per il Superbonus, 10 per gli altri Bonus edilizi), di uno sconto diretto sul corrispettivo delle spese pagare da parte dei fornitori di beni o servizi, di importo pari alla detrazione spettante (nel caso del Superbonus 110% era al massimo il 100%). Significa, in pratica, monetizzare subito l’agevolazione invece che diluirla nel tempo, sborsando una cifra iniziale decisamente inferiore o addirittura nulla.

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Questa possibilità era stata introdotta con il Decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020, convertito nella legge n. 77 del 17 luglio 2020, le stesse misure che hanno dato vita al Superbonus.

Cosa è la cessione del credito

Il Decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020 ha introdotto anche la possibilità di cessione dei crediti d'imposta relativi agli interventi di efficientamento energetico. In pratica, un cliente cede il proprio credito fiscale all’impresa che pratica lo sconto direttamente sul corrispettivo delle spese da pagare. L'impresa, a sua volta, può cedere quanto maturato a un soggetto terzo, ad esempio una banca, per avere da subito a disposizione la liquidità che altrimenti verrebbe spalmata su 5 o 10 anni sottoforma di credito di imposta. Se sono possibili più cessioni, come era per i Bonus edilizi, a sua volta il soggetto terzo può cedere il credito acquisito.

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Questi meccanismi hanno dato un forte impulso al settore delle riqualificazioni edilizie rendendo particolarmente appetibili tutti i bonus fiscali. Per le persone incapienti, ossia senza un ammontare annuale delle tasse sufficiente ad assorbire la detrazione, ha costituito l’unico modo per poter fruire dei bonus edilizi (almeno fino al 17 febbraio 2023).

Il blocco di credito e sconto in fattura potrebbe frenare non solo interventi di grandi dimensioni come quelli del Superbonus, ma anche i piccoli interventi legati al Bonus ristrutturazioni o all’Ecobonus, come la sostituzione della caldaia o degli infissi.

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Da quando è in vigore lo stop

Il Decreto-legge “blocca crediti” (Dl n.11/2023) è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio scorso ed è stato pubblicato immediatamente in Gazzetta Ufficiale entrando subito in vigore, anche se la sua conversione in legge potrebbe durare ancora qualche settimana. A partire dal 16 febbraio, quindi, non sono più ammessi né sconto in fattura né cessione del credito per tutti i nuovi interventi che possono accedere ai Bonus edilizi.

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Interventi non coinvolti o a rischio stop

Gli interventi di riqualificazione energetica o di ristrutturazione che possono continuare dopo il 17 febbraio 2023 a beneficiare di sistemi relativi agli incentivi fiscali precedentemente in vigore sono:

  • gli interventi relativi Superbonus non effettuati dai condomini per i quali entro il 16 febbraio è stata depositata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA), sempre entro il 16 febbraio 2023;
  • gli interventi relativi al Superbonus effettuati dai condomini per i quali è stata approvata la delibera assembleare e risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA);
  • gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici che hanno già presentato l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo;
  • gli interventi non relativi al Superbonus per i quali risulti presentata entro il 16 febbraio la richiesta del titolo abilitativo, dove necessario;
  • gli interventi in edilizia libera per i quali siano iniziati i lavori prima del 16 febbraio.

Anche chi ha avviato precedentemente i lavori e ha già effettuato una prima cessione come SAL (stato di avanzamento lavori) può cedere il restante credito fiscale.

In sintesi, le agevolazioni per l’edilizia restano tutte confermate anche dopo il 17 febbraio 2023, ma dopo il Decreto “cessione dei crediti” è possibile fruirne solamente con la detrazione dall’Irpef spalmata i più anni (4 per il Superbonus, 10 per gli altri Bonus). Significa che si deve anticipare l’intera somma, per poi recuperare la detrazione spettante in un periodo di tempo piuttosto lungo.

Penalizzati redditi bassi e case indipendenti

La misura sui crediti fiscali del governo colpisce in particolare gli incapienti e i redditi bassi. Oltre ad avere meno disponibilità di liquidità da anticipare per i lavori, chi ha un guadagno basso ha di conseguenza una bassa capacità fiscale annuale, che può rivelarsi insufficiente ad assorbire l’intera quota di detrazione spettante per quell’annualità.

Il doppio cambio di regole per il Superbonus, poi, penalizza ancora di più i proprietari di villette e case unifamiliari indipendenti. Il decreto Aiuti Quater di novembre 2022 (Dl n. 176/2022) aveva infatti già stretto i paletti per questa categoria di edifici a partire dal 2023, permettendo di accedere alla maxi agevolazione (ridotta al 90%) solo per le abitazioni principali e solo con redditi non superiori a 15.000 euro calcolati secondo il “quoziente familiare”.

Difficile pensare che una famiglia con reddito medio-basso possa anticipare l’intera cifra per i lavori relativi al Superbonus che, secondo l’ENEA, per un edificio di questa tipologia ammontano mediamente oltre 100.000 euro.

Anche per chi abita in condominio, comunque, l’esborso per il Superbonus potrebbe essere tropo oneroso, dato che in media la cifra è pari a 50.000 euro per ogni unità immobiliare.

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Le alternative: il finanziamento

Abbiamo compreso, quindi, che d’ora in poi per poteri beneficiare dei Bonus edilizi per riqualificare la propria abitazione bisogna essere in grado di sborsare l’intera cifra relativa all’intervento e avere poi la pazienza di recuperarla in 5 o 10 anni. Come fare per limitare l’onere dell’investimento iniziale?

La risposta in realtà sul mercato esiste: dilazionare i pagamenti tramite strumenti di finanziamento dedicati, che facilitano l’accesso al credito grazie a una burocrazia meno complessa.

Approfondimento: Caldaie Viessmann prezzi: come dilazionare il pagamento?

Per un utente finale, ricorrere a queste forme di finanziamento significa:

  • poter accedere alle detrazioni fiscali senza un esborso iniziale gravoso;
  • mantenere liquidità sul proprio conto;
  • ottenere condizioni migliori rispetto a un classico prestito bancario, spesso con possibilità di posticipare il pagamento di diverse mensilità;
  • ottenere consulenza a 360 gradi da un unico interlocutore;

Pagare un tasso di finanziamento agevolato e di gran lunga inferiore agli oneri finanziari richiesti negli ultimi tempi per cessione del credito di imposta a 10 anni, superiori al 30%! In altre parole, maggior convenienza per chi sceglie di efficientare la propria abitazione!

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Le conseguenze per le imprese

Spesso le aziende hanno acquistato dai clienti crediti fiscali in quantità superiore alla loro capienza fiscale, contando proprio sul fatto di poterli cedere a soggetti terzi e recuperare delle spese. Il risultato è che secondo l’ANCE (l’Associazione nazionale dei costruttori) che nei mesi passati le imprese hanno accumulato complessivamente circa 15 miliardi di crediti che ora non possono più cedere. La proliferazione di crediti secondari aveva in realtà già incagliato il mercato, perché le banche, sature di acquisti, avevano già smesso di rilevare crediti prima del nuovo Decreto, lasciando molte imprese con ingenti problemi di liquidità per mancate entrate.

Per risolvere il problema dei vecchi crediti incagliati, il Governo sta valutando alcune opzioni che consentano alle banche di far ripartire l’acquisto, come quello della compensazione con i pagamenti allo Stato tramite gli F24 dei clienti, oltre che delle banche stesse.

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Perché il Governo ha eliminato questi strumenti

Lo stop è stato deciso dal Governo perché, in particolare nel caso del Superbonus, si è determinato un aggravio per la spesa pubblica giudicato non sostenibile. I numeri sono questi: al 31 gennaio 2023 risultano 65,2 miliardi di investimenti ammessi a detrazione per il Superbonus, che equivalgono a 71,7 miliardi di mancate entrate in tasse per lo Stato, se si somma la maggiorazione del 10% prevista dalla vecchia formulazione dell’incentivo al 110%. Questo costo è servito per riqualificare 372.300 edifici tra condomini e villette, ossia solo il 3% del patrimonio residenziale. Considerando tutti i Bonus edilizi, il ministero delle Finanze parla di circa 120 miliardi di euro di costi per lo Stato.

Va precisato che durante la conversione in legge del Decreto blocca crediti potrebbero essere introdotte delle modifiche, in particolare per consentire anche agli incapienti e alle famiglie a basso reddito di fruire dei Bonus, ad esempio consentendo ancora lo sconto in fattura solo a determinate categorie di cittadini oppure permettendo di spalmare il Superbonus in 10 anni invece che in 5.

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Migliorare la tua casa dal punto di vista di comfort ed efficienza energetica? La risposta è affidarsi a un professionista, come un Partner per l'Efficienza Energetica Viessmann!

Devi sostituire la vecchia caldaia o realizzare un nuovo impianto termico, di climatizzazione o fotovoltaico? Vuoi raggiungere un obiettivo di risparmio, riduzione delle emissioni del tuo impianto o migliorare il livello di comfort percepito in casa?

Tutti questi bisogni richiedono interventi specifici e concreti, che sono tutto fuorché secondari o di poco valore.

Fare la scelta giusta non è facile e immediato, ma richiede:

  • raccogliere le giuste informazioni
  • districarsi e comprendere concetti complessi
  • ricevere adeguata consulenza
  • fare valutazioni

Solo alla fine di questo percorso si possono prendere decisioni, che, come anticipato, portano con se un investimento economico, delle volte rilevante.

Questo percorso poi non riguarda solo i proprietari di case, ma anche chi gestisce edifici commerciali o un’azienda che, soprattutto in quest'ultimo periodo, si trovano a fare i conti con l'impennata dei costi dell'energia.

Sicuramente fare la scelta giusta dal punto di vista energetico e impiantistico consente una reale riduzione dei consumi (e costi), il miglioramento del livello di comfort e, allo stesso tempo, l'aumento del valore dell’abitazione o dello stabile in generale.

Per obiettivi così importante è fondamentale rivolgersi a un tecnico professionista, un installatore affidabile con esperienza e qualificato come un Partner per l'Efficienza Energetica Viessmann.

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