Il livello di umidità ideale in casa dipende dalla temperatura. Per mantenere il tasso corretto è necessario ventilare gli ambienti, naturalmente o con la VMC.
Indice:
- Perché è difficile mantenere l’umidità ideale in casa
- Umidità relativa e assoluta
- I problemi di salute collegati all’eccessiva umidità in casa
- Umidità ideale in casa: dipende dalla temperatura
- Come misurare l'umidità in casa
- Come risolvere il problema umidità: ventilazione naturale
- Come risolvere il problema umidità: ventilazione meccanica controllata
Perché è difficile mantenere l’umidità ideale in casa
L’atmosfera del nostro Pianeta contiene una certa quantità di umidità: è il vapore acqueo che evapora dai grandi bacini terrestri, come oceani e laghi. Mantenere un’umidità ideale in casa per il comfort e benessere dei suoi abitanti, però, può essere difficile e questo avviene per diversi motivi, ad esempio per infiltrazioni d’acqua dalle pareti o dal pavimento non bene isolati.
Ma è soprattutto la presenza umana a causare un valore eccessivo di umidità: una famiglia di tre o quattro persone rilascia nell'aria tra i sei e i dodici litri di vapore al giorno, senza tenere conto delle docce quotidiane o il cucinare. Soprattutto se gli ambienti sono scarsamente areati, l’umidità produce condensa su intonaco, muri e finestre di una stanza, con la conseguente formazione di muffe. Il rischio è particolarmente elevato in ambienti non riscaldati a sufficienza.
Ci sono poi altre sostanze che possono concentrarsi in casa e causare un clima malsano e con scarso livello di benessere, a cominciare dalla CO2 che produciamo quando respiriamo. Se l'aria di casa ha un odore “stantio”, spesso la causa è la concentrazione di anidride carbonica, oltre alle sostanze inquinanti provenienti da arredi e materiali edili. La corretta areazione previene tutte queste problematiche creando un ambiente sano.
La qualità dell'aria in casa è decisamente peggiore di quella esterna. Ecco i rimedi, a partire dalla VMC, per rendere i nostri ambienti salubri e confortevoli. > Leggi articolo
Umidità relativa e assoluta
L’umidità viene rilevata attraverso l’igrometro, che misura l’umidità “relativa” dell’aria. Di cosa si tratta? L’umidità relativa è il rapporto tra umidità assoluta (la quantità di vapore acqueo presente) e umidità di saturazione, che corrisponde alla quantità massima di vapore acqueo che può essere presente nell’aria con una certa temperatura e pressione. A seconda della temperatura, infatti, l'aria può assorbire una quantità diversa di vapore acqueo.
Con temperature di 0°C, ad esempio, un metro cubo d'aria può assorbire di circa cinque grammi di acqua mentre a 20°C ne assorbe fino a 17. Se l’igrometro misura 100% significa che si è raggiunto il massimo livello di umidità in quelle condizioni di temperatura e a quel punto si può formare la condensa. Se l'umidità relativa al centro di una stanza (es. camere da letto) è del 50%, può essere molto più alta vicino a superfici fredde come finestre, pareti esterne non isolate o sui cosiddetti ponti termici, dove spesso compare la condensa.
È facile comprendere come, oltre alla ventilazione che espelle l’aria umida, anche il riscaldamento degli ambienti sia importante per riuscire a mantenere un livello di umidità ideale in casa.
I problemi di salute collegati all’eccessiva umidità in casa
Come abbiamo accennato, l’eccesso di umidità in casa ha come conseguenze la formazione di macchie e muffa sui muri, in particolari nelle zone più fredde, che incide sia sulla salute dell’edificio che su quella umana.
Queste sostanze organiche, in altri termini, non sono altro che funghi che durante la loro crescita producono piccolissime particelle di forma sferica (le spore) che si disperdono nell'aria. Come sottolinea il Ministero della Salute, è dimostrato che l’esposizione a muffa e all’umidità in casa si associa alla maggiore percentuale di prevalenza di sintomi e effetti dannosi funzionali alle vie respiratorie come l’asma. In particolare, è stata confermata la relazione tra la muffa visibile e la comparsa di tosse dei bambini e, nelle famiglie più numerose, la corrispondenza con fenomeni di asma e sensibilizzazione ad allergeni.
Salubrità e qualità aria in casa: come migliorare i livelli se non adeguati. > Leggi articolo
Umidità ideale in casa: dipende dalla temperatura
Non esiste una percentuale di umidità ideale da avere in casa e che valga in assoluto, che conta è il giusto equilibrio tra temperatura e tasso di umidità.
In linea di massima con una temperatura tra 18 e 22°C l'umidità relativa deve avere livelli compresi tra il 40% e il 60%. Al di sotto del 40% l’aria diventa secca irritando le mucose, così batteri e virus trovano un ambiente interno favorevole alla proliferazione. Al di sopra del valore del 70% si può formare condensa sulle parti più fredde dell’edificio (dove l’umidità relativa può raggiungere il 100%) e possono così crescere le muffe. Questo non vuol dire che durante la stagione estiva possiamo permetterci alti livelli di umidità in casa perché diminuisce il rischio di condensa!
Bisogna ricordare, infatti, che nonostante l’aria più calda possa contenere una maggiore quantità di vapore acqueo, è anche vero che maggiore è la temperatura, minore è il tasso dell'umidità in casa che riusciamo a tollerare. Ad esempio, se con 18°C in ambiente possiamo ben tollerare un livello di umidità che varia dal 40% all’80%, con 26°C già il 50% di tasso di umidità è troppo alto, come si vede dalla tabella dell’Enea che riportiamo qui sotto e che riporta i valori di umidità ideale a seconda della temperatura.
Come misurare l'umidità in casa
E possibile districarsi con tutti questi valori? Basta installare un termoigrometro che ci aiuterà a mantenere l’umidità ideale in casa in tutte le stagioni. Si tratta di un dispositivo che misura umidità relativa, temperatura e punto di rugiada e che, tramite l’impostazione di un allarme, ci avvisa quando è arrivato il momento di arieggiare. In alcuni sistemi di climatizzazione intelligenti il sensore che rileva l’umidità è già integrato.
Come risolvere il problema umidità: ventilazione naturale
Come abbiamo visto, un’umidità ideale in casa si ottiene con la ventilazione. Apriamo le finestre quindi, anche per diluire la presenza di tutte le sostanze inquinanti e patogene presenti negli ambienti.
Tutto questo, ovviamente, deve avvenire tenendo presenti le preferenze personali, il clima e l’inquinamento atmosferico e acustico esterno.
In generale, possono valere le seguenti regole guida:
- Più persone ci sono in casa e più attività vengono svolte, più spesso gli ambienti devono essere arieggiati più volte al giorno, possibilmente (se l’abitazione ha doppia esposizione) creando un flusso d’aria attraverso l'appartamento. In inverno possono bastare dai tre ai cinque minuti. Se si è assenti tutto il giorno, è comunque importante ventilare almeno la mattina e la sera.
- Arieggiare subito dopo la doccia, il bagno, la cottura, il sonno. Dopo avere svolto qualsiasi attività che genera vapore acqueo, è necessario ventilare, mentre dopo otto ore di sonno ventilando si eliminano sia l’umidità che la CO2 ossigenando la stanza.
- Combinare diversi metodi di ventilazione in base alla situazione: spesso aprire la finestra per qualche minuto non è sufficiente per eliminare l'umidità accumulata negli asciugamani o sulle superfici di pareti e mobili. Uno scambio d'aria più costante e prolungato può essere la soluzione migliore, ad esempio sfruttando, se presente, l’apertura a vasistas fino a quando il tasso di umidità non è sceso al di sotto del 50%.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) ha realizzato un documento con una serie di suggerimenti per tenere sotto controllo il livello di umidità in casa.
Come risolvere il problema umidità: ventilazione meccanica controllata
Un ricambio naturale dell’aria funziona bene solo viene effettuato correttamente e se l’abitazione ha determinate caratteristiche (come la doppia esposizione). Non sempre questo è possibile oppure semplicemente ci dimentichiamo di aprire le finestre. C’è però una soluzione definitiva che risolve il problema: la ventilazione meccanica controllata.
Un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) garantisce un ricambio d'aria costante e uniforme, portando all’esterno l’umidità in eccesso e mantenendo così un costante livello di umidità ottimale in casa. I sistemi di ventilazione meccanica controllata risolvono il problema di condense e muffa, in aggiunta, purificano l’aria che entra negli ambienti grazie alla microfiltrazione che trattiene sostanze inquinanti e pollini. Inoltre, la VMC aiuta il risparmio energetico sia sul riscaldamento sia per la climatizzazione perché, grazie ai recuperatori di calore, permette di recuperare gran parte dell’energia termica che verrebbe dispersa con la ventilazione naturale.
Un sistema di VMC è particolarmente indicato in queste situazioni:
- quando l’involucro dell’edificio è ben coibentato e impedisce gli “spifferi” naturali, come dopo la sostituzione degli infissi;
- quando si abita in una zona particolarmente rumorosa, inquinata o con alta presenza di pollini nell’aria per cui è sconsigliato aprire le finestre;
- quando non si ha tempo e costanza per effettuare una corretta ventilazione naturale.