30 novembre 2020  |  a cura di Alberto Villa  |  condividi con

Abitazione in classe energetica media e Superbonus 110%

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30 novembre 2020
Normative e Agevolazioni

Se si abita in un edificio in classe B, C o D può bastare la sostituzione della caldaia con una pompa di calore o con un sistema ibrido per ottenere il doppio salto di classe energetica. Solare termico e fotovoltaico possono essere agevolati al 110% come interventi trainati. Ecco tre “situazioni tipo”.

Sappiamo che per accedere al Superbonus del 110% è necessario realizzare almeno uno degli interventi chiamati “trainanti” (cappotto termico o sostituzione dell’impianto di riscaldamento con altre tecnologie tra cui caldaia a condensazione, pompa di calore o sistema ibrido) e alzare di due posizioni la classe energetica dell’edificio certificata dall’APE.

Abbiamo già spiegato in un precedente articolo "Come fare il doppio salto di classe energetica in un’abitazione in classe G". Ora, invece, vediamo come si può ottenere l’accesso al Superbonus quando l’edificio appartiene a classi energetiche medio-alte (B, C e D), una situazione che, pur non rappresentando di certo la normalità, coinvolge comunque una discreta percentuale di italiani.
Rispetto agli edifici più energivori, in questo caso l’involucro edilizio sarà caratterizzato da buone prestazioni e non avrà senso prendere in considerazione come prima scelta nell’analisi di fattibilità un cappotto termico, mentre sarà necessario concentrarsi sulla sostituzione dell’impianto di riscaldamento esistente.

Caliamoci, dunque, nella realtà e analizziamo tre “situazioni tipo” all’interno delle quali potreste ritrovarvi:

  1. abitazione unifamiliare in classe D;
  2. abitazione unifamiliare in classe B;
  3. condominio in classe C.

Abitazione unifamiliare (o una villetta a schiera con accesso autonomo) in classe D

Costruita nei primi anni 2000, è caratterizzata da un isolamento termico “medio”, con riscaldamento e acqua calda sanitaria affidati a una caldaia tradizionale che alimenta terminali ad alta temperatura, con regolazione di zona di tipo on-off.
La presenza dei radiatori ad alta temperatura suggerisce di installare un sistema ibrido (pompa di calore + caldaia a condensazione) che consentirà all’abitazione di compiere il passaggio in classe B.
Un impianto ibrido combina i benefici di una pompa di calore (altissima efficienza e apporto di fonti rinnovabili, un parametro molto importante per scalare la pagella dell’APE) con una caldaia che entra in azione in caso di necessità.
Se le temperature esterne e le condizioni dell’involucro edilizio lo consentono, l’impianto potrà funzionare a temperatura scorrevole immettendo nei radiatori acqua a bassa temperatura (sotto i 50°C): in queste circostanze, che possono verificarsi per buona parte dall’anno, la pompa di calore riuscirà a soddisfare il fabbisogno termico e l’apporto della caldaia a gas sarà richiesto solo in minima parte, nei mesi più freddi dell’anno, per produrre acqua ad alta temperatura. La corretta impostazione delle modalità di utilizzo dell’impianto, che può essere termoregolato in maniera indipendente, fornirà un aiuto importante nel trovare l’assetto che privilegi l’efficienza e la riduzione dei consumi, senza influire sul comfort. Indipendentemente dal doppio salto di classe energetica, è poi consigliabile pensare all’integrazione del solare termico per l’acqua calda sanitaria e/o del fotovoltaico, in qualità di interventi “trainati” che possono accedere al Superbonus 110%. Si otterrà così, gratuitamente, un ulteriore risparmio economico sulle bollette, contribuendo anche alla sostenibilità ambientale.
Ricordiamo che i massimali di spesa specifici per entrambi gli interventi sono molto alti (48.000 euro per impianto fotovoltaico e altri 48.000 per un eventuale sistema di accumulo dell’elettricità; 30.000 euro per il solare termico per ACS), non ponendo di fatto alcun limite per un’installazione di tipo domestico.

Abitazione unifamiliare di recente costruzione in classe B (che può corrispondere a una classe A certificata prima del 2014)

È dotata di cappotto termico di buona qualità, di caldaia a condensazione con terminali a bassa temperatura (come i pannelli radianti a pavimento).
Disponendo di un involucro edilizio performante, l’intervento trainante consigliato per il doppio salto di classe è l’installazione di una pompa di calore.
Grazie alle caratteristiche dell’immobile e alla presenza di terminali a bassa temperatura, l’impianto potrà funzionare in modo termoregolato per 24 ore al giorno, senza preoccuparsi di intervenire ulteriormente sulle impostazioni di utilizzo, riuscendo a soddisfare il fabbisogno energetico anche con climi abbastanza rigidi e garantendo il passaggio dell’abitazione in classe A2 o superiori. Anche in questo caso varrà la pena di considerare l’integrazione del solare termico e del fotovoltaico come interventi trainati detraibili al 110%, per abbassare ulteriormente i consumi in bolletta e garantire un basso impatto ambientale dell’abitazione.

Condominio in classe C costruito negli anni 2000 o con involucro edilizio recentemente riqualificato

Pur restando all’interno della stessa classe energetica, la casistica può prevedere in questo caso situazioni abbastanza diversificate. Molto dipenderà dal tipo di cappotto termico (se integrale su tutto l’edificio oppure parziale) e dai terminali di riscaldamento presenti negli appartamenti, che condizionano la temperatura dell’acqua dell’impianto.
Una volta verificata la possibilità di variare la temperatura di mandata (anche con vecchi radiatori), l’intervento più indicato consisterà nell’installazione di un sistema ibrido, che consentirà al condominio di balzare in classe A2.

Con un involucro interamente isolato funzionerà in maniera prevalente la pompa di calore, mentre con un cappotto non esteso all’intera superficie dell’edificio la caldaia a condensazione funzionerà per un numero maggiore di ore per fornire il supporto termico necessario. In caso di edificio riqualificato recentemente, ma con i terminali di riscaldamento originari, la presenza del cappotto determinerà un sovradimensionamento della vecchia centrale termica rispetto alle attuali esigenze: bisognerà tenere conto di questo aspetto nella sostituzione del generatore di calore, orientandosi su una potenza inferiore. Dopo aver progettato l’intervento trainante potrà essere valutata l’eventuale integrazione di un impianto fotovoltaico condominiale, che sarà sempre necessario nel caso di stabili non isolati (dalla classe E in giù) per ottenere il doppio salto di classe energetica.

Una pompa di calore o un sistema ibrido sono sempre in grado di garantire, da soli, il doppio salto di classe energetica? Dipende. Non è mai possibile generalizzare ed è necessaria un’attenta analisi che valuti l’impatto reale di queste tecnologie sul sistema edificio-impianto, anche in funzione della zona climatica e del fabbisogno di acqua calda sanitaria. Se necessario, quindi, andranno previsti altri interventi.

Viessmann-Professional-Network-superbonus-110

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