17 gennaio 2025  |  a cura di Giacomo Givotti  |  condividi con

Smaltimento pannelli fotovoltaici: come funziona?

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17 gennaio 2025
Fotovoltaico

Il corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici assicura la sostenibilità ambientale lungo il ciclo di vita. Ecco cosa deve fare il proprietario di un impianto.

Indice:

  1. Smaltimento pannelli fotovoltaici, un problema che ci riguarda
  2. Quanto si ricicla nello smaltimento dei pannelli fotovoltaici
  3. Cosa sono i RAEE
  4. Perché è importante lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici
  5. Smaltimento dei pannelli fotovoltaici, la normativa
  6. Chi deve occuparsi dello smaltimento degli impianti domestici
  7. Chi deve occuparsi dello smaltimento degli impianti professionali
  8. Quanto costa lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici
  9. Le regole per lo smaltimento degli impianti fotovoltaici incentivati
  10. Smaltimento pannelli fotovoltaici, come funziona il riciclo

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Smaltimento pannelli fotovoltaici, un problema che ci riguarda

I pannelli fotovoltaici durano circa 25 anni, quindi nel momento in cui si decide di installare un impianto spesso non ci si preoccupa di cosa succederà quando arriveranno a fine vita.  Eppure, tra qualche anno il problema si porrà in modo rilevante perché, a partire dal 2005 con l’introduzione degli incentivi pubblici del Conto Energia, le installazioni dei pannelli solari sono aumentate costantemente e un numero crescente di impianti comincerà ad avvicinarsi all’età della pensione.

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A metà del 2024 risultavano connessi alla rete oltre 1,7 milioni di impianti nella Penisola e, se si pensa che ogni impianto è composto da un minimo di 5-6 e fino a centinaia di moduli, si può facilmente comprendere la dimensione del problema.

Il picco del lavoro per lo smaltimento dei pannelli solari potrebbe arrivare tra il 2027 e il 2033, quando dovrebbero arrivare a fine vita quasi 17 GW di impianti, molti dei quali installati tra il 2010 e il 2013.

Sapere cosa bisogna fare per smaltire i pannelli fotovoltaici, quindi, è più che legittimo, perché per essere davvero sostenibile il fotovoltaico ha bisogno di soluzioni che riguardino l’intero ciclo di vita, dunque anche lo smaltimento e il recupero dei materiali con cui sono fatti i moduli.

Per rispondere a questa esigenza, la normativa da tempo ha stabilito precise regole per lo smaltimento e qui vediamo come funzionano.

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Quanto si ricicla nello smaltimento dei pannelli fotovoltaici

I moduli fotovoltaici sono realizzati con materiali altamente riciclabili. Si tratta prevalentemente di vetro, che costituisce la componente principale in termini di peso, e di alluminio, oltre a materiale plastico, rame, silicio, argento.

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La scomposizione degli elementi nel momento dello smaltimento è abbastanza semplice e generalmente si riesce a raggiungere una percentuale di riciclo del 95% circa (ne parliamo più avanti). La differenziazione dei materiali e il loro recupero, ove possibile, viene effettuata presso impianti specializzati autorizzati, che dovranno essere necessariamente potenziati per gestire le sfide imminenti.

Il processo di smaltimento dei pannelli, una volta rotti o non più funzionanti, è regolato dalla direttiva europea sui RAEE del 2012 (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) che è stata recepita nel 2014 dall’ordinamento italiano.

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Cosa sono i RAEE

I RAEE, a cui appartengono anche i materiali derivanti dallo smantellamento degli impianti fotovoltaici, sono i rifiuti relativi a molti dispositivi che usiamo tutti i giorni, come i telefoni cellulari o i piccoli elettrodomestici.

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Questi rifiuti devono seguire una precisa procedura per la raccolta e lo smaltimento, a causa della presenza di sostanze non biodegradabili considerate potenzialmente tossiche per l’ambiente e per la salute.

L’obiettivo è anche quello di differenziare i materiali permettendo il recupero e il riciclo dei componenti non deteriorati e delle materie prime presenti.

La crescente diffusione di apparecchi elettrici ed elettronici (basti pensare che nel 2022 nel mondo sono stati generati 62 miliardi di kg di rifiuti RAEE) porta con sé un rischio sempre maggiore di abbandono nell'ambiente con conseguenze per l’inquinamento del suolo, delle acque e dell’aria.

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Perché è importante lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

Da quello che abbiamo detto sopra, risulta evidente come il corretto smaltimento dei pannelli fotovoltaici è (e sarà sempre di più in futuro) fondamentale.

Sintetizziamo qui i vantaggi principali del corretto smaltimento dei pannelli solari.

  • Riduzione dell’impatto ambientale: affinché il fotovoltaico sia una tecnologia complessivamente sostenibile, deve essere limitata la sua impronta ambientale lungo tutto il ciclo di vita, curando l’aspetto del corretto recupero e smaltimento ed evitando l’abbandono dei rifiuti nell’ambiente;

  • Recupero delle materie prime: tutti i principali componenti dei pannelli fotovoltaici sono riciclabili e possono essere riutilizzati, sia per la produzione di nuovi pannelli che per altri prodotti, evitando l’estrazione e la lavorazione di nuove materie prime e materiali preziosi;

  • Benefici economici: il recupero e riciclo dei materiali può ridurre i costi di produzione dei pannelli, nell’ottica dell’economia circolare e dell’ottimizzazione delle risorse, e contemporaneamente crea nuove opportunità di lavoro.

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Smaltimento pannelli fotovoltaici, la normativa

La norma che regola in Italia lo smaltimento dei RAEE, quindi anche quello dei pannelli fotovoltaici che si sono rotti, danneggiati oppure che non funzionano più correttamente, è Decreto Legislativo n. 49 del 2014 che ha recepito la Direttiva 2012/19/UE.

Il decreto stabilisce misure e procedure volte a proteggere l'ambiente e la salute umana prevenendo o riducendo gli impatti negativi derivanti dalla progettazione e dalla produzione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e dalla produzione e gestione dei relativi rifiuti.

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Il decreto precisa anche che la gestione dei RAEE deve avvenire secondo dinamiche ambientalmente compatibili e rispettose e deve privilegiare le operazioni di riutilizzo dei componenti e materiali di consumo.

Sempre secondo Il Decreto 49/2014, i pannelli fotovoltaici sono classificati nel raggruppamento R4 dei RAEE, insieme ai piccoli elettrodomestici come radio, tv, videocamere, telefoni cellulari.

Per i criteri di raccolta e smaltimento è prevista una distinzione tra impianti fotovoltaici con potenza nominale inferiore a 10 kW (considerati RAEE domestici) e impianti con potenza nominale uguale o superiore a 10 kW (considerati RAEE professionali, indipendentemente dal fatto che il proprietario dell’impianto fotovoltaico sia un’azienda o un privato).

La responsabilità nel processo di smaltimento dei pannelli fotovoltaici, invece, è regolata dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006. All’articolo 188 il Decreto stabilisce che il produttore iniziale, o altro detentore dei rifiuti, deve provvedere direttamente al loro trattamento, oppure deve affidarli a un ente, commerciante o impresa o altro soggetto addetto alla raccolta o al trasporto.

La responsabilità permane comunque in capo al produttore iniziale o al detentore per l'intera catena di trattamento, anche nel caso in cui i rifiuti siano trasferiti ad un altro soggetto per il trattamento preliminare.

L’articolo 192, invece, precisa che sono vietati l’abbandono e il deposito dei rifiuti sul suolo e nelle acque e che l’autore dell’abbandono è obbligato a rimuovere i rifiuti abbandonati e a ripristinare i luoghi.

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Chi deve occuparsi dello smaltimento degli impianti domestici

I pannelli fotovoltaici degli impianti residenziali (inferiori a 10 kW di potenza), prima di essere correttamente smaltiti, devono essere portati da parte del soggetto responsabile (il proprietario dell’impianto) al Centro di raccolta RAEE per il raggruppamento 4 più vicino. Si tratta delle “isole ecologiche” o “piazzole ecologiche” presenti normalmente in tutti i Comuni, bisogna solo assicurarsi che questi centri gestiscano anche la categoria R4 dei RAEE. Questo, di fatto, è l’unico compito di cui è responsabile il proprietario di un impianto domestico.

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Il successivo recupero dei pannelli dalle isole ecologiche e il vero e proprio smaltimento negli impianti autorizzati di trattamento sono a carico dei produttori, che per legge devono aver adottato un Sistema di gestione “individuale” dei RAEE riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente, oppure devono aver aderito a uno dei Sistemi collettivi, ossia dei consorzi autorizzati cui partecipano distributori, i raccoglitori, i trasportatori, i riciclatori e i recuperatori che si occupano della raccolta e della gestione e smaltimento dei RAEE da tutte le sole ecologiche comunali sull’interno territorio nazionale.

I proprietari di un impianto possono anche far conferire i pannelli dismessi direttamente agli impianti di trattamento, invece che ai centri di raccolta comunali, ma l’operazione deve essere effettuata da un Sistema individuale o collettivo, oppure da un trasportatore autorizzato per la gestione del codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) 20 01 36, nonché dagli stessi proprietari, se iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali.

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Chi deve occuparsi dello smaltimento degli impianti professionali

Nel caso di impianti professionali, quindi con potenza uguale o superiore a 10 kW, i moduli devono essere portati da soggetti autorizzati direttamente in impianti di trattamento iscritti al Centro di Coordinamento RAEE. Anche in questo caso i soggetti autorizzati devono appartenere a un Sistema individuale o collettivo oppure devono essere soggetti autorizzati per la gestione del codice CER 16 02 14 o, ancora, possono essere iscritti all’albo dei gestori ambientali.

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Quanto costa lo smaltimento dei pannelli fotovoltaici

I proprietari di impianti domestici (sotto i 10 kW) possono stare tranquilli, perché di fatto lo smaltimento è gratuito: i costi della gestione dei RAEE fotovoltaici domestici conferiti ai centri di raccolta e le operazioni di smaltimento e recupero sono, infatti, a carico dei produttori. Il proprietario di fatto “paga” questa operazione tramite il cosiddetto “eco contributo RAEE” per lo smaltimento a fine vita, incluso al momento dell’acquisto. Resta a suo carico solo lo smontaggio dei moduli dal tetto e il trasporto presso l'isola ecologica.

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Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici classificati come professionali, invece, esistono regole diverse a seconda della data di installazione:

  • se l’installazione è avvenuta prima del 12 aprile 2014, il costo dello smaltimento ricade teoricamente sul proprietario, ma se si tratta di una sostituzione di un vecchio impianto con uno nuovo, lo stesso proprietario può avvalersi della modalità di ritiro “uno contro uno” ; in questo caso sarà il produttore del nuovo impianto a farsi carico dello smaltimento, costi compresi;
  • se l’impianto professionale è stato installato dopo il 12 aprile 2012, invece, le operazioni e i costi di smaltimento sono in ogni caso a carico del produttore che dovrà appartenere a un Sistema individuale o collettivo.

Le regole per lo smaltimento degli impianti fotovoltaici incentivati

Gli impianti fotovoltaici incentivati con il meccanismo del Conto Energia (dal I al V Conto Energia), seguono regole particolari.

In questo caso, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) trattiene direttamente dagli incentivi una quota finalizzata ad assicurare la copertura dei costi di gestione dei rifiuti prodotti dai pannelli dismessi, con l’obiettivo di garantire operazioni di ritiro dal sito di installazione (compreso lo smontaggio dei pannelli), trasporto presso l’impianto di trattamento, trattamento adeguato, recupero e smaltimento ambientalmente compatibile.

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La somma trattenuta, pari a 10 euro a pannello per qualsiasi tipologia di RAEE fotovoltaico, domestico o professionale, viene restituita al proprietario dell’impianto dopo che è stato accertato il corretto processo di smaltimento. 

Smaltimento pannelli fotovoltaici, come funziona il riciclo

Il Decreto 49/2024 prevede un preciso processo di smaltimento per i pannelli solari fotovoltaici. Si parte dalla raccolta differenziata e alla messa in sicurezza dei materiali, per passare poi al trattamento e al riciclo presso gli impianti di trattamento autorizzati.

Negli impianti di trattamento vengono eseguite diverse fasi. Si procede con la separazione delle parti fisiche dei pannelli fotovoltaici, quindi viene rimosso il telaio, il vetro, i cavi di connessione e le componenti di giunzione. Questi elementi principali vengono inviati ai trattamenti specifici, mentre ciò che rimane del pannello (prevalentemente le celle del modulo) viene sminuzzato e setacciato, separando i materiali tramite particolari tecnologie meccaniche e fisiche.

A questo punto avviene la raffinazione dei materiali recuperati, come silicio e rame, con lo scopo riutilizzati per la fabbricazione di altri prodotti.

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