22 giugno 2023  |  a cura di Giacomo Givotti  |  condividi con

Cos'è il revamping fotovoltaico e perché conviene

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22 giugno 2023
Fotovoltaico

Installando una batteria di accumulo con un intervento di revamping potrai risparmiare auto-consumando molta più energia prodotta dal tuo impianto fotovoltaico residenziale.

Indice

  1. Cosa si intende per revamping fotovoltaico?
  2. Qual è la differenza tra il revamping e il repowering?
  3. Quali sono i tipi di interventi che possono essere effettuati con il revamping fotovoltaico?
  4. Revamping fotovoltaico con sistema di accumulo: quando conviene?
  5. Quanto paga il GSE l’energia immessa in rete?
  6. Quanta energia è possibile immagazzinare e utilizzare direttamente con un sistema di accumulo di energia?
  7. Quanto si può risparmiare senza un sistema di accumulo?
  8. Quanto si può risparmiare installando un sistema di accumulo? Un esempio pratico.
  9. Vuoi effettuare il revamping a condizioni vantaggiose?
  10. Quanto costa installare un pacchetto con accumulo Viessmann?
  11. Il credito in fattura Viessmann al posto dello sconto in fattura

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Cosa si intende per revamping fotovoltaico?

Con il passare degli anni, i componenti degli impianti fotovoltaici subiscono un degrado fisiologico a causa dell’usura: questo causa un decremento delle prestazioni e comporta il rischio di andare incontro a possibili malfunzionamenti o guasti.

Per risolvere il problema normalmente si esegue un revamping dell’impianto. Cosa significa?

Con la definizione “revamping fotovoltaico” si intente la riqualificazione o ammodernamento di un impianto fotovoltaico esistente con l’obiettivo di ripristinare il rendimento iniziale oppure di aumentarne l’efficienza.

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L’evoluzione tecnologica, infatti, mette a disposizione prodotti e componenti sempre più performanti e nuove funzionalità evolute che possono essere integrate anche in un impianto fotovoltaico installato anni fa.

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Qual è la differenza tra il revamping e il repowering?

Teoricamente, il revamping si effettua quando si vuole riportare un impianto alle sue prestazioni originarie da progetto, senza ampliarlo, mentre il repowering prevede in genere una maggiorazione della potenza installata (esempio: aggiunta di nuovi moduli). Tuttavia, la differenza tra revamping e repowering è sottile e in contesti non tecnici i due termini vengono spesso usati indifferentemente per indicare il miglioramento degli impianti fotovoltaici.

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Quali interventi vengono realizzati con il revamping?

Il revamping fotovoltaico può riguardare diversi componenti dell’impianto: pannelli fotovoltaici, inverter, batterie di accumulo ed accessori.

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Per impianti residenziali, in particolare, uno degli interventi di revamping da prevedere è la sostituzione dell’inverter che solitamente ha un ciclo di vita più breve rispetto a quello dei pannelli (circa 10 anni in media contro almeno 25 anni dei pannelli fotovoltaici).

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È importante ricordare che qualsiasi intervento di modifica su un impianto fotovoltaico esistente deve essere valutato e gestito da professionisti esperti, anche perché esistono delle pratiche burocratiche da regolarizzare ed espletare.

Revamping fotovoltaico con sistema di accumulo: quando conviene?

Nel caso di impianti fotovoltaici installati dopo il termine dei cosiddetti "Conti Energia" erogati dal GSE, ovvero dopo il 6 luglio 2013, l'installazione anche successiva di sistemi di accumulo può godere della detrazione fiscale IRPEF del 50% (bonus "ristrutturazioni").

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Tale forma di sovvenzione (detrazione fiscale), unitamente alla maggiore quota di autoconsumo e conseguente risparmio in bolletta, comporta un notevole vantaggio economico.

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Di fatto, risulta più conveniente utilizzare l'energia prodotta dal proprio impianto fotovoltaico, generando così una riduzione dei prelievi da rete, rispetto alla valorizzazione economica che si ottiene dal GSE per la quota di energia immessa in rete (perchè prodotta in eccesso e non subito consumata).

Quanto paga il GSE l’energia immessa in rete?

Il GSE remunera l’elettricità immessa in rete da un impianto fotovoltaico solitamente tramite due meccanismi: lo Scambio sul posto oppure il Ritiro dedicato.

Lo Scambio Sul Posto risulta a oggi più utilizzato nel contesto residenziale dove viene riconosciuto un rimborso parziale dei consumi.

Il contributo viene infatti calcolato come compensazione economica tra l’energia immessa e quella prelevata con eventuale valorizzazione inferiore delle eccedenze immesse in rete.

La valorizzazione economica riconosciuta dal GSE risulta variabile in funzione di differenti aspetti ma possiamo attualmente stimarla a circa la metà del prezzo medio del kWh elettrico.

Il meccanismo dello Scambio Sul Posto si rinnova annualmente e, sia per nuovi impianti che per impianti esistenti, verrà sostituito dal Ritiro dedicato che prevede una valorizzazione economica tendenzialmente inferiore rispetto allo Scambio Sul Posto.

A tal proposito, risulterà sempre più vantaggioso sfruttare la propria energia prodotta limitando le immissioni e prelievi dalla rete pubblica.

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Quanta energia è possibile immagazzinare e utilizzare direttamente con un sistema di accumulo di energia?

Un sistema di accumulo ben dimensionato permette di immagazzinare durante il giorno l’energia prodotta in eccesso dall’impianto fotovoltaico che non viene subito consumata in casa, rendendola utilizzabile nelle ore serali o notturne (quando l'impianto non produce), e aumentando così il risparmio che si può ottenere sulla bolletta elettrica.

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Quanto si riesce ad auto-consumare?

In media gli impianti residenziali riescono ad auto-consumare istantaneamente solo circa il 30% dell’energia prodotta dal fotovoltaico; con un sistema di accumulo elettrico ben dimensionato (leggi anche Come deve essere configurato un impianto fotovoltaico?), invece, la quota di autoconsumo può arrivare a superare l’80% dell’energia prodotta.

Devi sapere che gli interventi di integrazione di batterie elettriche su impianti fotovoltaici esistenti, molto spesso comportano la necessità di sostituire l’inverter “tradizionale” originariamente installato con un nuovo inverter ibrido (ad esempio Viessmann Hybrid Inverter) oppure prevedere un regolatore di carica per la gestione della carica e scarica dell'accumulo.

Quanto si può risparmiare senza un sistema di accumulo?

Prendiamo ad esempio il caso concreto di un impianto fotovoltaico da 6 kW al servizio di un’abitazione in provincia di Verona con consumi elettrici annuali pari a 6.000 kWh.

Con l’irraggiamento solare medio in questa zona del nord Italia, l’impianto produce circa 6.600 kWh l’anno. Senza un sistema di accumulo, l’energia auto-consumata (circa il 30% del totale prodotto) è pari a 1.980 kWh l’anno, mentre i restanti 4.620 dovranno essere ceduti in rete.

Con un costo dell’elettricità di 30 centesimi di euro/kWh si ottiene un risparmio in bolletta di 594 euro l’anno, al quale vanno sommati i ricavi annuali del GSE per l’energia immessa in rete, che in questo caso valorizziamo 0,12 €/kWh, pari a 554 euro l’anno. In sintesi, il vecchio impianto senza accumulo consente di ottenere un risparmio totale di 1.148 euro in un anno.

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Quanto si risparmia con un accumulo?

Cosa succede dopo un intervento di revamping con l’installazione di un sistema ben dimensionato? In questo caso, l’80% dell’elettricità prodotta, ossia 5.280 kWh l’anno, viene consumato direttamente, mentre solo 1.320 kWh sono immessi in rete. Il risparmio in bolletta (considerando sempre un costo dell’elettricità di 30 centesimi/kWh) ammonta a 1.584 euro in 12 mesi, mentre i ricavi per la cessione dell’energia in rete si riducono a 158 euro. In sintesi, la somma dei risparmi in bolletta più i guadagni per l’energia ceduta in rete arriva in questo caso a 1.742 euro l’anno, con un maggiore vantaggio economico di 594 euro rispetto alla vecchia configurazione dell’impianto senza accumulo.

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Puoi effettuare il revamping a condizioni vantaggiose?

Se vuoi effettuare il revamping del tuo impianto fotovoltaico installando batterie di accumulo Viessman Battery HV1/HV2 (disponibili con diverse capacità), puoi fruire delle condizioni vantaggiose che Viessmann mette a disposizione tramite la sua rete di installatori.

Si tratta di un’iniziativa destinata agli impianti che non stanno sfruttando incentivazioni in Conto Energia e che aggiungendo all’impianto batterie d’accumulo possono aumentare sensibilmente la quantità di energia auto-consumata.

Ricorda, i pacchetti Viessmann sono preconfigurati, certificati e con le batterie garantite fino a 10 anni.

Quanto costa installare un pacchetto con accumulo Viessmann?

Per l’installazione residenziale di batterie d'accumulo (su impianti non incentivati) puoi sfruttare la detrazione fiscale del 50%, ora anche con la formula “Credito in fattura” messa a punto da Viessmann con i suoi partner, che ti offre gli stessi vantaggi del vecchio sconto in fattura oggi non più disponibile.

Il credito in fattura Viessmann al posto dello sconto in fattura

Oggi non è più possibile sfruttare lo sconto diretto in fattura per usufruire dei bonus edilizi (Ecobonus e Bonus casa). Questa opportunità, infatti, è stata cancellata dal Decreto Legge 11/2023 per tutti gli interventi edilizi e l’installazione di nuovi impianti avviati dopo il 17 febbraio 2023.

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Con Viessmann, hai a disposizione una soluzione alternativa che ti consente di ottenere gli stessi benefici. Si chiama “Credito in fattura” e funziona in questo modo.

Puoi acquistare il tuo nuovo climatizzatore pagando solo una parte della spesa (quella che resta dopo la detrazione del 50% o del 65% a seconda del bonus) esattamente come accadeva con lo sconto in fattura, e finanziare la cifra restante a condizioni agevolate. Le rate del finanziamento saranno ripagate con il valore del credito fiscale maturato ogni anno, per 10 anni.

In alternativa, potrai ottenere un finanziamento a tassi agevolati fino al 100% dell’investimento, così da coprire l’intero valore dell’acquisto.

Attenzione: per sfruttare la formula del Credito in fattura è necessario rivolgersi a uno degli installatori Viessmann. Non aspettare, contatta il Partner per l’Efficienza Energetica Viessmann più vicino a casa tua!

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