La direttiva Case Green imporrà lo stop caldaie a gas a partire dal 2040, mentre già dal 1 gennaio 2025 saranno sospesi in Europa gli incentivi. Ecco quali scenari si aprono.
Indice:
- Arrivano le nuove regole europee per il riscaldamento degli edifici
- 2025: fine degli incentivi per le caldaie a gas
- Cosa prevedeva la prima versione della direttiva?
- Verso un taglio generale dei consumi per l’edilizia
- Quanti edifici dovranno essere riqualificati in Italia?
- Caldaie a gas, gli incentivi finiscono al 31 dicembre 2024
- Sfruttare la detrazione fiscale con l'acquisto della caldaia a rate
- Per quali apparecchi resteranno gli incentivi dal 2025
- Caldaie a gas, stop installazione dal 2040
- Perché oggi una caldaia a gas conviene ancora?
Arrivano le nuove regole europee per il riscaldamento degli edifici
La direttiva sulle Case Green (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) è arrivata alla conclusione del suo percorso. Con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo, avvenuta il 12 marzo scorso, le nuove regole che porteranno gli edifici del Vecchio Continente a essere più efficienti sono ormai definite.
Al momento manca ancora l’approvazione finale del Consiglio Europeo, ma si tratta di una pura formalità. Dopodiché, la Direttiva sarà pubblicata, entrerà in vigore e i Paesi europei avranno due anni di tempo per recepirla, anche se alcune decisioni avranno effetto già dal 2025.
2025: fine degli incentivi per le caldaie a gas
Cosa prevede quindi la nuova direttiva?
Come dovranno riqualificare la propria casa milioni di italiani?
La versione finale di questa norma è molto più “morbida” rispetto a quanto era stato ipotizzato inizialmente, tuttavia alcuni paletti precisi esistono:
- la fine dei bonus per le caldaie a gas da gennaio 2025
- lo stop vero e proprio per l’installazione delle caldaie a gas a partire dal 2040.
Vediamo più nel dettaglio cosa prevede la direttiva Case Green.
Cosa prevedeva la prima versione della direttiva?
L’obiettivo finale della direttiva Case Green non è mai cambiato: arrivare al 2050 con un parco a emissioni zero. Il testo originale, però, prevedeva salti di classe obbligatori per gli edifici nel giro di pochi anni.
Il 15% degli edifici residenziali in classe energetica peggiore, per esempio, avrebbe dovuto raggiungere la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033.
Era anche previsto lo stop per le caldaie a combustibili fossili entro il 2035. Si trattava di imposizioni rigide che molto difficilmente avrebbero potuto essere concretizzate, soprattutto in un Paese con l’Italia caratterizzato da un patrimonio edilizio vecchio ed energivoro.
Verso un taglio generale dei consumi per l’edilizia
Il testo definitivo della direttiva Case Green prevede più flessibilità:
- gli edifici non dovranno più raggiungere una soglia minima di prestazioni energetiche
- l’obiettivo sarà a una generica riduzione dei consumi di energia del parco immobiliare del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 (rispetto ai consumi del 2020).
I Paesi europei, inoltre, potranno decidere in autonomia su quali edifici agire presentando dei propri piani, a condizione, però, che almeno il 55% della riduzione del consumo energetico sia raggiunto attraverso il rinnovo degli edifici più energivori.
Quanti edifici dovranno essere riqualificati in Italia?
A conti fatti, la a direttiva imporrà di riqualificare circa 5 milioni di edifici residenziali in Italia (sui 12 milioni esistenti).
Ogni Paese potrà, però, introdurre alcune deroghe, ad esempio per gli edifici sottoposti a vincoli (come quelli nei centri storici), per le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l'anno, per gli edifici religiosi e per i piccoli immobili sotto i 50 metri quadrati.
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Caldaie a gas metano, gli incentivi finiscono al 31 dicembre 2024
Come abbiamo accennato, tra le novità, quella più imminente (già dal prossimo gennaio) è quella relativa alle agevolazioni e bonus fiscali.
La direttiva Case Green, infatti, prevede o stop dei bonus per le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili (quindi anche a gas) a partire dal 01 gennaio 2025.
Significa che c’è tempo solo quest’anno per sfruttare il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus per le caldaie a condensazione, che consentono di detrarre dalle tasse in 10 anni il 50% o il 65% delle spese per l’installazione (per ottenere il 65% con l’Ecobonus servono anche sistemi di termoregolazione evoluti).
Da questo punto di vista sarà importante capire quante indicazioni della direttiva saranno già recepite nel nuovo programma di incentivazioni a cui il governo sta lavorando e che sarà pubblicato per fine anno.
Sfruttare la detrazione fiscale con l'acquisto della caldaia a rate
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Una modalità di acquisto particolarmente conveniente, perché le rate possono essere fino a 120 mesi e coprire fino al 100% dell’investimento.
Per quali apparecchi resteranno gli incentivi dal 2025
La direttiva sancisce lo stop dal 2025 ai bonus per le caldaie alimentate “esclusivamente” a combustibili fossili (stand alone fossil fuel boilers), e questo fatto, almeno in teoria, lascia spazio alla possibilità di prevedere bonus per altre tipologie di generatori (che utilizzino gas rinnovabili) e ai sistemi ibridi composti da una caldaia e da una pompa di calore.
L'utilizzo di gas diversi dal metano (miscele con idrogeno o biometano) dovrebbe consentire l'incentivo alle caldaie solo se il gas in questione è "rinnovabile". Questo è un punto che dovrà essere smarcato nel recepimento della direttiva.
Oggi, infatti, nulla si dice circa l'effettiva componente rinnovabile che il gas dovrà avere per poter essere considerato "rinnovabile", quindi consentire alla caldaia che lo brucia di accedere agli incentivi.
Diversa la posizione nei confronti dei sistemi ibridi caldaia-pompa di calore. Per questo tipo di tecnologia i bonus resteranno perché nel loro funzionamento sfruttano la pompa di calore che utilizza per il 70-80% energia rinnovabile.
Ovviamente gli incentivi rimarranno per i sistemi all-electric come le pompe di calore .
Caldaie a gas, stop installazione dal 2040
Per quanto riguarda l’installazione di nuove caldaie a gas, sia nelle nuove costruzioni sia nelle sostituzioni di impianti esistenti, la direttiva prevede il divieto totale a partire dal 2040, mentre in precedenza si era ipotizzato il 2035.
Si tratterà però di un divieto senza sanzioni, quindi con una certa flessibilità ed è bene ricordare che il divieto non riguarderà in alcun modo chi ha già una caldaia installata in casa. I proprietari di appartamenti con caldaie a gas potranno, quindi, continuare a utilizzarle.
Perché oggi una caldaia a gas conviene ancora?
Facendo due conti, da qui al 2040 ci sono oltre 15 anni.
Anche acquistando una caldaia in questo momento, si ha tutto il tempo di ammortizzare le spese di installazione: sfruttando i bonus ancora disponibili (fino al 31 dicembre 2024) e considerando il risparmio sui consumi che apporta una caldaia a condensazione rispetto a un modello tradizionale, le spese si recuperano in pochi anni.
Facciamo un esempio reale di risparmio.
Villetta residenziale a Verona in classe F da due piani:
- Superficie utile = 110 m2
- Strutture non isolate (anno 1995)
- Famiglia di 4 persone
- Clima del Nord Italia (zona E)
- Riscaldamento e produzione di acqua calda con caldaia tradizionale e radiatori
- Regolazione con termostato di zona on/off
- Consumi: 1.955 m3 di gas per una spesa di circa 1.955 € all’anno (costo combustibile 1,00 €/m3)
Sostituendo la caldaia a gas con una nuova caldaia a condensazione Vitodens 100-W da 32 kW e telecomando ambiente Vitotrol 200-E con sensore esterno (termoregolazione in classe VI) è possibile risparmiare fino al 30% l'anno (in media 270 €) sul costo del combustibile.
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- Costo sostituzione generatore: 3.300€
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*Nota informativa: la diagnosi energetica effettuata tramite il software Check Energetico viene redatta sulla base di parametri ipotetici e metodologie di calcolo semplificate che dipendono dai dati inseriti dall'utente. Pertanto, non costituisce una consulenza, ma solo un'indicazione di massima non attinente alla situazione specifica dell'utente. Si raccomanda di rivolgersi a un professionista abilitato per una diagnosi relativa al proprio caso specifico.