Tutti gli incentivi a disposizione dei privati per installare un impianto fotovoltaico nel 2025 tra detrazioni fiscali e contributo diretto.
Indice:
- Diverse possibilità per abbattere i costi di un impianto fotovoltaico
- Incentivi per i sistemi di accumulo
- Detrazione fiscale con il Bonus ristrutturazioni
- I nuovi limiti di reddito per le detrazioni fiscali
- Cosa fare per ottenere la detrazione fiscale
- Cosa scrivere nella causale del bonifico
- Un esempio di come funziona la detrazione fiscale per il fotovoltaico
- Il contributo del Reddito Energetico fotovoltaico
- Quanto rimborsa il Reddito energetico fotovoltaico
- Le Comunità Energetiche Rinnovabili
- Come vengono incentivati gli impianti delle CER
Diverse possibilità per abbattere i costi di un impianto fotovoltaico
Per le famiglie e le imprese poter produrre e consumare la propria energia sta diventando sempre più importante. Si tratta, infatti, del mezzo più immediato e sicuro per abbattere in modo strutturale la bolletta e far fronte ai rincari energetici che pesano sui bilanci familiari e aziendali.
Installare impianti solari fotovoltaici, quindi, è una scelta che viene presa sempre più in considerazione.
Anche per quest'anno esistono diversi incentivi che permettono di abbattere le spese di acquisto e installazione dei pannelli.
I privati possono sfruttare tre differenti modalità di sostegno:
- Bonus casa
- Reddito Energetico
- CER
A questi incentivi si aggiunge il Superbonus che fino al 31 dicembre 2025 permette ai condomini di detrarre il 65% delle spese di installazione del fotovoltaico come intervento “trainato”, ma solamente se i lavori sono stati avviati (con presentazione della CILA) entro il 15 ottobre 2024.
Per le PMI, invece, oltre alle CER, segnaliamo il recente Bando rinnovabili per l’autoconsumo nelle PMI che offre un contributo a fondo perduto fino al 40% dei costi e che resterà aperto fino al 17 giugno 2025.
Infine, per gli edifici dell’ambito terziario è in cantiere il Conto Termico 3.0 che incentiverà gli impianti fotovoltaici in autoconsumo, ma solo in abbinamento all’installazione di una pompa di calore (ne parleremo presto in futuri articoli).
Incentivi per i sistemi di accumulo
In quasi tutti i casi, gli incentivi per gli impianti fotovoltaici possono essere utilizzati anche per sistemi di accumulo che permettono di autoconsumare una quantità molto più alta dell’energia prodotta, quindi, di abbattere in misura maggiore il prelievo di energia elettrica dalla rete.
I sistemi di accumulo sono batterie elettrochimiche che immagazzinano l’elettricità prodotta in eccesso e non immediatamente consumata, per renderla disponibile quando l’impianto non produce, ad esempio di sera o di notte.
Volendo dare un’indicazione di massima:
- in ambito residenziale, se senza accumulo si riesce ad auto-consumare circa il 30% della produzione elettrica (e il resto viene ceduto in rete), aggiungendo un accumulo la percentuale di autoconsumo può salire all’80% e oltre;
- in ambito industriale, la valutazione è più complessa perché dipende fortemente dai turni dell’impresa. Se l’impresa o l’azienda opera solo in orario diurno, la quota di autoconsumo diretta può essere molto più elevata anche senza sistema di accumulo.
Detrazione fiscale con il Bonus ristrutturazioni
Il Bonus ristrutturazioni, o Bonus casa, permette di detrarre dalle tasse (IRPEF) una parte dei costi sostenuti per le ristrutturazioni edilizie in ambito residenziale.
Tra gli interventi ammessi (secondo quanto riportato nell’art. 16 bis del D.P.R. 917/86) rientrano anche quelli per il risparmio energetico e l’introduzione di energia da fonti rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, ed è per questo che molti parlano di Bonus fotovoltaico.
La Legge di Bilancio 2025 ha modificato le aliquote di detrazione in questo modo:
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per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2025, l’aliquota di detrazione è pari al 50% se si è proprietari dell'abitazione principale, mentre negli altri casi scende al 36% (ad esempio una seconda casa o per i locatari);
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a partire dal 1 gennaio 2026 e per tutto il 2027 queste percentuali scenderanno, rispettivamente, al 36% e al 30%.
Per quanto riguarda il limite massimo di spesa, la soglia è rimasta a 96.000 euro, quindi la corrispondente detrazione massima è di 48.000 euro (in caso di aliquota al 50%).
L'agevolazione può essere richiesta da tutti contribuenti IRPEF residenti in Italia (proprietari di immobili, familiari conviventi con il proprietario, chi gode di diritti di usufrutto, locatari) che risultino intestatari delle fatture.
I nuovi limiti di reddito per le detrazioni fiscali
Dal 2025, per tutti gli interventi che accedono alle detrazioni fiscali ci sono nuovi limiti per i contribuenti con reddito superiore a 75.000 euro. In particolare, la detrazione è limitata a un massimale che varia in funzione del reddito e del numero di figli a carico.
Per i redditi compresi tra 75.000 e 100.000 euro la spesa massima ammissibile senza figli a carico è pari a 7.000 euro annui (quindi 3.500 euro di detrazione annua se si tratta di prima casa), con un figlio si sale a 9.800 euro, con due figli si passa 11.900 e con oltre i due figli a carico si arriva a 14.000 euro (7.000 di detrazione annui).
Per i redditi superiori a 100.000 euro, invece, il massimale di spesa annua è pari a 8.000 euro con più di 2 figli, che si riduce fino a 4.000 euro in assenza di figli.
Facciamo un esempio.
Supponiamo di avere un soggetto con un reddito da 90.000 euro e con 2 figli a carico che ha eseguito sull’abitazione principale, di cui è proprietario, una serie di interventi, tra cui l'installazione di un impianto fotovoltaico.
Sulle spese sostenute questa persona potrà godere dell’aliquota al 50%.
Nel 2025 il soggetto ha effettuato spese complessive per 130.000 euro (30.000 €euro Ecobonus + 100.000 euro Bonus Casa). Queste spese potrebbero godere di detrazione per 10 anni, quindi la quotaparte di spese annua ammonta a 13.000 euro.
Dalle regole della Legge di Bilancio per un reddito compreso tra i 75.000 e i 100.000 euro, si vede che la spesa massima annua ammessa a detrazione è pari a 11.900 euro, quindi, con aliquota al 50%, il soggetto porterà in detrazione nel 2026 "solo" 5.950 euro (11.900 € x 50%) anziché 6.500 euro.
Cosa fare per ottenere la detrazione fiscale
Per sfruttare il Bonus casa per l’installazione del tuo impianto fotovoltaico e dell’eventuale sistema di accumulo devi pagare le fatture di acquisto e manodopera con “bonifico parlante”, un metodo tracciabile che in genere è reso disponibile nei canali di Internet banking in una sezione dedicata ai bonifici per agevolazioni fiscali.
Per gli interventi che comportano risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili è, inoltre, necessario trasmettere all’ENEA le relative informazioni entro 90 giorni dalla data di fine lavori, operazione di cui generalmente si occupa il fornitore.
Dovrai poi conservare tutta la documentazione sulle spese (fatture, dettaglio dei bonifici) in caso di controlli e consegnarla al centro CAF oppure al commercialista che si occupa della tua dichiarazione dei redditi (modello 730).
L’importo speso sarà inserito nella sezione delle spese detraibili dall’IRPEF, permettendoti di ottenere una riduzione sulle tasse nei 10 anni di dichiarazione successivi con rate annuali di pari importo detratte dall’imposta dovuta o erogate tramite rimborso parziale delle tasse già pagate.
Devi solo assicurarti di avere una sufficiente “capienza” IRPEF, ossia un ammontare di tasse da pagare sufficiente ad assorbire la detrazione, che altrimenti sarà persa in parte.
Cosa scrivere nella causale del bonifico
Per effettuare il bonifico parlante bisogna indicare nella causale che si tratta di un pagamento finalizzato a ottenere la detrazione fiscale per interventi di recupero del patrimonio edilizio. La frase indicativa è questa: "bonifico per acquisto e installazione di impianto fotovoltaico ai sensi dell'art. 16-bis del D.P.R. 917/1986".
È necessario, inoltre, indicare il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita IVA o il codice fiscale del beneficiario del pagamento (il fornitore o l’installatore).
Un esempio di come funziona la detrazione fiscale per il fotovoltaico
Ecco un esempio di quanto puoi risparmiare per l’acquisto e l’installazione di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo elettrico (considerando un impianto d 5 kW di potenza e una batteria di accumulo da 10 kWh) sfruttando nel 2025 la detrazione fiscale del 50% per la prima casa:
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costo acquisto e installazione: 15.000 euro (IVA 10% inclusa)
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detrazione fiscale 50%
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spesa effettiva: 7.500 euro
I 7.500 euro risparmiati li recupererai in 10 anni in dichiarazione dei redditi, abbattendo le tue tasse IRPEF di 750 euro l’anno.
Il contributo del Reddito Energetico fotovoltaico
Il costo per installare un impianto fotovoltaico residenziale negli ultimi anni si è notevolmente ridotto, passando dai circa 2400 euro/kW dell’epoca del Superbonus a un valore che attualmente si attesta circa tra i 1400 e i 1800 euro/kW (in funzione della potenza), un calo che rende l’investimento iniziale decisamente più accessibile, soprattutto considerando le detrazioni fiscali ancora disponibili.
Per supportare le famiglie in condizione di disagio economico, in aggiunta, nell’agosto del 2023 il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha introdotto un sostegno chiamato Reddito Energetico Nazionale, che fornisce un contributo diretto per la realizzazione di impianti fotovoltaici residenziali per autoproduzione e autoconsumo.
L'incentivo è gestito dal Gestore Servizi Energetici (GSE) ed è di natura rotativa. Per il 2024 e il 2025 sono stati stanziati complessivamente 200 milioni di euro (100 milioni per ogni anno), gran parte destinati alle regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).
Possono beneficiare del contributo i nuclei familiari con:
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ISEE fino a 15.000 euro;
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ISEE fino a 30.000 euro se vi sono almeno quattro figli.
L’impianto fotovoltaico deve essere al servizio di utenze residenziali e avere una potenza compresa tra 2 e 6 kW (non deve comunque superare la potenza nominale in prelievo sul punto di connessione alla rete).
La quota di energia prodotta e non autoconsumata è ritirata dal GSE, che la utilizzerà per finanziare lo stesso Fondo.
Le risorse stanziate per il 2024 sono andate esaurite in poco tempo, mentre per il 2025 il 07 maggio è stato pubblicato il decreto di approvazione da parte del Ministero dell'Ambiente e si attende che il GSE renda disponibile nel 2025 la piattaforma per poter presentare le nuove domande di accesso.
Quanto rimborsa il Reddito energetico fotovoltaico
Il contributo in conto capitale viene erogato in tempi abbastanza rapidi e può arrivare a coprire l’intero costo dell’impianto.
Il limite massimo di incentivo è così strutturato:
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quota fissa di 2.000 euro
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quota variabile di 1.500 euro/kW
Ad esempio, per un impianto da 6 kW si può ricevere un incentivo di 11.000 euro sommando la quota fissa da 2.000 euro alla quota variabile di 1.500 euro/kW (1.500 x 6 kW = 9.000 euro). In questo caso i costi per un sistema di accumulo elettrico non sono ammessi al contributo.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) o Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile (CACER), rappresentano una modalità innovativa di sfruttare i benefici del fotovoltaico in condivisione.
Le CER sono gruppi che si costituiscono in un soggetto giuridico autonomo senza scopo di lucro a cui possono partecipare privati cittadini, piccole e medie imprese, amministrazioni locali ed enti territoriali, enti di ricerca e formazione, istituti religiosi, associazioni del terzo settore ed enti dedicati alla tutela ambientale, consorzi ed enti di bonifica.
L’obiettivo è installare uno o più impianti fotovoltaici (fino a un massimo di 1 MW) per produrre, condividere ed autoconsumare energia da fonti rinnovabili a emissioni zero.
Non serve alcuna connessione fisica tra gli utenti, perché la condivisione di elettricità in modo virtuale, l’unica condizione è che tutti i membri della comunità appartengano alla stessa cabina primaria.
Come vengono incentivati gli impianti delle CER
Oltre al vantaggio di ridurre la bolletta, le CER permettono di accedere a importanti incentivi:
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Contributo a fondo perduto (fondi del PNRR) che copre fino al 40% dei costi di installazione degli impianti, destinato alle CER situate nei comuni fino a 30.000 abitanti (il limite era inizialmente 5.000 abitanti); le domande per l’accesso al contributo devono essere presentate entro il 30 novembre 2025 (la scadenza inizialmente era il 31 marzo);
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Tariffa incentivante riconosciuta dal GSE per la durata di 20 anni sull’energia elettrica prodotta, condivisa e autoconsumata, con un importo che può variare da 60 a 120 euro/MWh a seconda della dimensione dell’impianto e del valore di mercato dell’energia (gli impianti nelle Regioni del centro Italia e del nord Italia hanno diritto a maggiorazioni tariffarie); la scadenza per accedere alla tariffa è il 31 dicembre 2027, a meno che non siano raggiunti prima i 5 GW di potenza totale incentivabile;
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Corrispettivo di valorizzazione riconosciuto da ARERA per l’energia autoconsumata, che varia di anno in anno (nel 2024 era pari a circa 10 euro/MWh).
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L’incentivo sulla tariffa è ridotto in proporzione per gli impianti che godono del contributo PNRR del 40%
Anche l’energia elettrica rinnovabile prodotta ma non autoconsumata può essere valorizzata alle condizioni di mercato oppure remunerata dal GSE alle condizioni economiche del Ritiro Dedicato.