L’aria all’interno degli spazi chiusi è generalmente molto più inquinata di quella esterna. Ecco la lunga lista delle sostanze che causano inquinamento indoor e i rimedi per eliminarle.
Indice:
- Aria indoor più inquinata di quella esterna
- Cosa è l’inquinamento indoor
- Attenzione all'aria di casa
- Due tipologie di inquinanti indoor
- Inquinamento indoor: gli agenti chimici
- Inquinamento indoor: gli agenti biologici
- L’anidride carbonica che si accumula in casa
- Aria interna e umidità
- Tutte le attività domestiche inquinanti
- Quali effetti ha l’inquinamento indoor sulla salute
- Le buone pratiche dell’ISS per migliorare la qualità dell'aria
- Le tecnologie per mantenere pulita e sana l’aria indoor
Aria indoor più inquinata di quella esterna
Partiamo con una notizia positiva: negli ultimi 20 anni la qualità dell’aria in Europa è migliorata e secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) il numero di decessi attribuibili all'inquinamento atmosferico è diminuito del 45% dal 2005 al 2022.
Le morti premature causate da questo fenomeno, però, sono 300.000 l’anno e da questo punto di vista le cifre sono ancora elevatissime, tanto che la scarsa qualità dell’aria rimane il principale rischio ambientale per la salute dei cittadini europei, in particolare per chi vive nelle aree urbane e per i bambini, gli anziani e i pazienti fragili. L’Italia, purtroppo, risulta essere la “maglia nera” in Europa per le più alte concentrazioni di particolato fine (PM 2.5).
Se questo è ciò che respiriamo fuori casa, è poco confortante sapere che all'interno degli edifici la situazione può essere decisamente peggiore: qui, infatti, oltre alle sostanze tossiche presenti nell’aria esterna si concentrano anche i tanti inquinanti tipici degli ambienti chiusi causati soprattutto dalle attività umane.
Cosa è l’inquinamento indoor
Sebbene si tenda a pensare che il problema inquinamento riguardi prevalentemente l'esterno, la realtà è che gli ambienti chiusi possono essere fino a cinque volte più inquinati rispetto all'aria aperta.
Con la definizione inquinamento indoor ci si riferisce proprio a questo aspetto della contaminazione dell’aria, un fenomeno che negli ultimi anni ha assunto una importanza fondamentale perché trascorriamo sempre più tempo in questi luoghi. Oggi si calcola che addirittura il 90% della nostra vita si svolga al chiuso, tra casa, luoghi di lavoro, scuola, negozi, strutture sanitarie, ma anche automobile e mezzi di trasporto in generale.
La qualità dell'aria interna non è solamente una questione di benessere "olfattivo", ma coinvolge purtroppo la nostra stessa salute.
Attenzione all'aria di casa
È soprattutto la casa l’ambiente nel quale trascorriamo la maggior parte delle ore della giornata, anche considerando che vi dormiamo tutte le notti: di fatto, la nostra abitazione è il nostro primo habitat. E, purtroppo, la concentrazione di inquinanti in casa può essere altissima, perché materiali che utilizziamo quotidianamente e molte delle nostre attività, come pulire o cucinare, contengono sostanze pericolose.
Non a caso, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), organismo tecnico-scientifico sotto il controllo del Ministero della Salute, afferma che la qualità dell’aria delle abitazioni rappresenta uno dei principali determinanti di salute e un importante tema di sanità pubblica. Ma di qualità dell'aria interna si parla ancora troppo poco.
Due tipologie di inquinanti indoor
La lista delle sostanze più o meno pericolose che minacciano la qualità dell’aria interna è molto lunga. Si tratta di contaminanti che provengono da diverse fonti e possono accumularsi negli ambienti chiusi, soprattutto in quelli poco ventilati, specialmente se in casa si hanno abitudini all’apparenza corrette, ma che in realtà si rivelano poco salutari, come l’eccessivo utilizzo di prodotti per la pulizia domestica. Se poi si sommano le sostanze derivanti da abitudini scorrette, come il fumo di tabacco, il danno è presto fatto.
Gli inquinanti indoor negli ambienti domestici possono essere suddivisi in due categorie principali:
- agenti chimici
- agenti biologici.
Inquinamento indoor: gli agenti chimici
Gli inquinanti chimici sono tra i più numerosi e diffusi all’interno degli spazi chiusi. Possono avere origine da fonti diverse, come i materiali da costruzione, le vernici, l’arredamento, la combustione per la cottura dei cibi, oppure dai prodotti utilizzati per la pulizia della casa. I principali inquinanti chimici dell'aria interna includono:
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Composti organici volatili (COV) rilasciati da vernici, solventi, mobili e detergenti; il più famoso è la formaldeide, un gas inodore e solubile in acqua altamente dannoso per la saluta umana; un tempo era contenuta in diversi materiali per l’edilizia e in molti arredi, ma dal 2004 è stata dichiarata una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo e negli ultimi anni la maggior parte dei materiali edili sono privi di formaldeide.
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particelle sospese come le polveri sottili (il particolato PM10 e PM 2.5) e particelle ultrafini (UFP), provenienti da cucine, fumo di tabacco e dall’aria esterna (i fumi di scarico del traffico e dei sistemi di riscaldamento); il particolato più fine può penetrare fino ai polmoni e nel sistema circolatorio, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari e respiratorie;
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perfluoro e polifluoro alchilici (PFAS), un gruppo di composti chimici artificiali utilizzati in molti prodotti di largo consumo, come prodotti per la casa e rivestimenti di imballaggi, molto persistenti nell'ambiente e nell'organismo umano;
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Idrocarburi policiclici aromatici (IPA), composti organici che contengono atomi di carbonio e di idrogeno, prodotti dai processi di combustione incompleta di materiale organico e uso di olio combustibile, gas, carbone e legno per il riscaldamento e, soprattutto, dal traffico stradale;
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monossido di carbonio (CO), un gas inodore e incolore che viene prodotto dalla combustione incompleta di combustibili fossili da impianti vecchi e scarsamente manutenuti, o collegati male con l’esterno; l’inalazione di monossido di carbonio in alte concentrazioni può risultare fatale per l'uomo;
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biossido di azoto e biossido di zolfo, altri inquinanti generati da processi di combustione in impianti di riscaldamento alimentati a combustibili fossili (soprattutto quelli a carbone e gasolio) o dall'uso di stufe e camini; possono provocare irritazioni polmonari e riduzione della funzione respiratoria;
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materiali di diversa natura, come fibre di amianto, fibre artificiali, insetticidi e pesticidi, nanomateriali e microplastiche.
Inquinamento indoor: gli agenti biologici
Oltre alla lunga lista di sostanze chimiche nocive, la qualità dell'aria interna è minacciata da inquinamento di origine biologica causato dalla presenza umana (ma non solo) negli ambienti che può scatenare allergie, problemi respiratori e infezioni. Tra i principali inquinanti biologici vi sono:
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muffe prodotte dalle spore che ci portiamo tutti addosso quanto entriamo in casa, che proliferano in ambienti freddi e umidi perché poco ventilati, causando irritazioni alle vie respiratorie, allergie e, in casi estremi, problemi respiratori cronici;
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acari della polvere, si trovano soprattutto nei materassi, nei tappeti e nei tessuti d’arredo; sono tra i principali responsabili di allergie e asma;
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pollini e peli di animali, possono causare reazioni allergiche in soggetti sensibili, soprattutto se gli ambienti non vengono puliti regolarmente;
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virus e batteri, da quelli della normale influenza ai microrganismi ben più aggressivi, trasmessi attraverso l’aria o il contatto con superfici contaminate; un ricambio d’aria insufficiente e una scarsa igiene favoriscono la loro diffusione.
L’anidride carbonica che si accumula in casa
Vale la pena fare alcune precisazioni sulla presenza eccessiva di anidride carbonica negli ambienti. Questo gas, che produciamo ogni volta che respiriamo, non è solo il principale responsabile dell’effetto serra, ma è anche causa di scarsa qualità dell'aria indoor e pericoloso per la salute, se presente nell’aria in alte concentrazioni (5% o più di anidride carbonica per volume).
L’anidride carbonica può causare mal di testa, vertigini, aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, fino alle convulsioni e alla perdita di coscienza. La presenza di più persone nello stesso ambiente interno per diverse ore senza un adeguato ricambio d’aria è quindi assolutamente da evitare, perché la CO2 si concentra e parallelamente diminuisce la quantità di ossigeno.
Comunemente viene utilizzata la misurazione della CO2 nell’aria indoor di un edificio per controllare la corretta ventilazione, ma bisogna tener presente che non si tratta di una misurazione effettiva della qualità dell’aria interna, perché le misurazioni non tengono conto di tutti gli altri inquinanti provenienti da materiali, arredi, prodotti per la pulizia e combustione.
Aria interna e umidità
Anche l’umidità merita alcune precisazioni. Non si tratta, in sé, di un fattore che aumenta i livello di inquinamento indoor, e una certa quantità di vapore acqueo nell’aria degli ambienti è sempre presente e in generale aiuta la salubrità. Se la sua concentrazione diventa troppo alta, però, l’umidità si trasforma in un fattore in grado di favorire l’accumulo di agenti biologici pericolosi: le muffe.
Quando l’aria è fredda riesce a trattenere una quantità di umidità inferiore e se si superano determinati limiti di concentrazione quella in eccesso condensa depositandosi sulle superfici: è per questo che in inverno si possono trovare luoghi “bagnati” in casa, in particolare nelle stanze dove di crea maggiore umidità, (come in bagno) e nei punti più freddi delle stanze, come gli angoli tra i muri e vicino alle finestre. I punti umidi di casa sono il terreno più fertile per la proliferazione di muffe, dannose per la salute e responsabili di importanti patologie respiratorie.
Tutte le attività domestiche inquinanti
Come abbiamo visto, è soprattutto la presenza delle persone a causare la scarsa qualità dell'aria interna producendo molti inquinanti indoor. Cucinare, riscaldare, fumare, detergere con prodotti chimici, profumare gli ambienti con diffusori di fragranze, candele e incensi, utilizzare stampanti, fare bricolage con l’uso di colle, curare le piante: queste sono tutte attività che producono sostanze inquinanti come i COV, i Composti organici volatili.
Fare la doccia, bollire l’acqua per la cottura di cibi o far asciugare la biancheria innalzano invece il livello di umidità. I processi di combustione, dalla cottura dei cibi al riscaldamento con stufe e caminetti, determinano la produzione di idrocarburi policiclici aromatici, di biossido di azoto e di monossido di carbonio.
A tutto questo si aggiungono le sostanze già presenti nei diversi materiali da costruzione e negli arredi, l’eventuale convivenza con animali domestici che comporta la presenza di peli, forfora e secrezioni. Infine, c'è il "carico da novanta" del particolato sospeso (PM10, PM2.5) e delle particelle ultrafini (UFP) che arrivano dall'inquinamento esterno.
Quali effetti ha l’inquinamento indoor sulla salute
L’elenco di disturbi e malattie che possono essere generati da una scarsa qualità dell'aria interna è davvero preoccupante. A seconda delle sostanze inquinanti presenti, gli effetti possono includere danni alla salute a breve termine oppure cronici.
I rischi più comuni riguardano allergie, riniti, irritazioni agli occhi, alla gola e alla pelle. Possono poi verificarsi mal di testa, sensazione di affaticamento e difficoltà di concentrazione, per arrivare a veri e propri problemi respiratori come asma, bronchiti e infezioni polmonari, oltre a disturbi neurologici derivati dall’esposizione a sostanze tossiche.
Specialmente per tutelare la salute di chi già soffre di patologie cardiache, del sistema immunitario o respiratorie (come la BPCO o l’asma), così come per chi soffre di allergie, salvaguardare la qualità dell’aria di casa è un atto dovuto.
Le buone pratiche dell’ISS per migliorare la qualità dell'aria
Il Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor dell’Istituto Superiore di Sanità fornisce alcune indicazioni, delle semplici di linee guida utili per tutelare le persone dall’esposizione all’inquinamento indoor. Ecco il decalogo che bisogna seguire.
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Cambiare frequentemente l’aria in casa aprendo le finestre è la prima indicazione. Preferibilmente quelle più distanti dalle strade più trafficate. Tenere aperte le finestre mentre si cucina, si pulisce, si lava, si stira eccetera. Quando si cucina è bene utilizzare anche la cappa aspirante. Ricordare che in assenza di un frequente ricambio di aria gli inquinanti si accumulano in casa, comportando possibili rischi per la salute nostra e per quella dei nostri bambini.
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Ricordare che il pulito non ha odore. Non eccedere con l’uso di additivi per la pulizia come detergenti e detersivi, meglio non utilizzare deodoranti e diffusori di profumi, incensi e candele profumate.
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Non miscelare i prodotti di pulizia, in particolare quelli contenenti candeggina o ammoniaca, con sostanze acide come gli anticalcare. Prima di utilizzare i detergenti è necessario leggere le etichette, rispettare i consigli e le indicazioni presenti sulle confezioni, impiegare le quantità di prodotto raccomandate dai produttori e utilizzare i tappi dosatori per non eccedere con le quantità.
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Non fumare in casa né sigarette classiche né e-cig. Gli inquinanti chimici rilasciati dal fumo di tabacco e di altre sostanze chimiche costituiscono un rischio per la salute, soprattutto dei bambini. Questi inquinanti rimangono su pareti, arredi, tende e tappezzerie per lunghi periodi.
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Far prendere aria gli abiti ritirati dalla lavanderia prima di riporli negli armadi.
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In presenza di mobili nuovi, cambiare con più frequenza l’aria.
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Limitare e non abusare di insetticidi, leggere attentamente le etichette e le avvertenze, e non soggiornare negli ambienti dopo l’utilizzo.
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Le piante non aiutano a ridurre l’inquinamento in casa.
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In caso di ristrutturazione o anche di semplice imbiancatura di pareti prediligere materiali con livelli emissivi più bassi per gli inquinanti chimici e in ogni caso dopo la ristrutturazione arieggiare il più possibile.
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Se si hanno animali domestici rimuovere gli allergeni contenuti nelle polveri sui mobili abiti e biancheria. Passare regolarmente aspirapolvere e straccio umido sulle superfici, cambiare con maggiore frequenza l’aria negli ambienti.
Le tecnologie per mantenere pulita e sana l’aria indoor
Arieggiare adeguatamente la nostra casa è il primo tra i rimedi da mettere in atto per evitare che il tasso di inquinamento indoor superi i livelli di guardia. Significa aprire le finestre più volte al giorno, specialmente negli ambienti più frequentate o dove si svolgono le attività più a rischio (cucina, bagno).
Quanti di noi, davvero, svolgono regolarmente questa incombenza?
E se si abita un un’area densamente trafficata oppure un una zona industriale, chi ci assicura che l’aria in ingresso non sia ancora più inquinata?
La soluzione definitiva al problema della qualità dell’aria indoor è la ventilazione meccanica controllata (VMC), una tecnologia che si occupa del ricambio dell’aria costante nei locali chiusi, 24 ore al giorno.
Mentre i cosiddetti depuratori d'aria non fanno altro che filtrare alcune sostanze inquinanti presenti nell'aria, la VMC svolge quello che dovremmo fare noi aprendo le finestre: ricambia l’aria e in questo modo diluisce tutti gli inquinanti chimici e biologici che si sono concentrati all’interno degli ambienti domestici (o degli uffici, delle scuole, ecc). L'areazione reimmette ossigeno, equilibra il livello di anidride carbonica e abbassa anche il livello di umidità, prevenendo la formazione di condense e muffe sulle pareti.
Le VMC, però, effettua il ricambio molto meglio di quanto potremmo fare noi, perché l’aria in entrata, prima di raggiungere i locali dell’abitazione, viene microfiltrata e ripulita da polveri sottili, pollini, spore e altre particelle indesiderate. L’aria che entra in casa, quindi, è pura.
I sistemi di ventilazione meccanica controllata sono installabili in case nuove o in fase di ristrutturazione, ma anche in case abitate con interventi poco invasivi, specialmente se si adottano soluzioni “puntuali” non centralizzate per il ricambio dell’aria in singole stanze. Inoltre, la VMC aiuta a risparmiare sui consumi del riscaldamento invernale perché non fa entrare in casa aria esterna gelida, ma la preriscalda con il calore recuperato dall’aria viziata che viene espulsa.