L'isolamento termico riduce le dispersioni di calore attraverso pareti, tetto e pavimento, aumentando il comfort interno e riducendo i consumi per il riscaldamento.
Indice:
- Isolamento termico, primo passo per l’efficienza energetica
- I fattori che determinano la capacità di isolamento di un materiale
- I diversi modi di isolare un edificio
- Isolamento termico del tetto
- Isolamento delle pareti perimetrali
- Isolamento del soffitto dell’ultimo piano
- Isolamento del pavimento o del seminterrato
- L’alternativa dell'isolamento termico dall'interno
- Isolamento termico e pompe di calore
- Isolamento termico, gli incentivi a disposizione
Isolamento termico, primo passo per l’efficienza energetica
Meno calore disperde una casa attraverso il suo “involucro”, meno lavoro deve fare l’impianto di riscaldamento in inverno o l’impianto di climatizzazione estiva, perché un edificio ben isolato mantiene anche il fresco all’interno.
Isolare l'involucro, quindi, permette di evitare gli sprechi di energia ed è uno dei passi più importanti per aumentare la classe di efficienza energetica di un’abitazione.
Oltre al risparmio economico in bolletta, con un efficace intervento di isolamento termico (o coibentazione) dell'involucro si ottengono altri vantaggi importanti: una riduzione dell’impatto ambientale e un aumento del benessere dentro casa, perché vengono eliminati i cosiddetti “ponti termici”, ossia i punti dell’edificio da dove il il calore si disperde di più, e diventa più facile mantenere sempre una temperatura in ambiente uniforme.
Un buon isolamento termico è anche un prezioso alleato delle fonti rinnovabili perché, diminuendo il fabbisogno energetico per la climatizzazione, si riesce a coprirne una quota maggiore con impianti come le pompe di calore, il fotovoltaico o il solare termico.
Vediamo cosa incide sull’isolamento termico e cosa si può fare per migliorarlo.
I fattori che determinano la capacità di isolamento di un materiale
Quando un materiale lascia passare una piccola quantità di calore, significa che è dotato di un buon potere isolante. Tecnicamente si parla di coefficiente di scambio termico, o trasmittanza termica, la cui unità di misura è W/m²K, (un Watt per ogni metro quadro di superficie e per ogni grado di temperatura di differenza tra l'ambiente interno e l'ambiente esterno).
Esempio
La trasmittanza termica di una finestra con doppio vetro è di 1,1 W/m²K, con triplo vetro passiamo 0,77 W/m²K.
Ma cosa significa questo parametro per un'abitazione?
Per capirlo facciamo un esempio, prendiamo una casa indipendente degli anni 70 da 120 m2 riscaldati su due livelli. La superficie disperdente di questa unità immobiliare è composta da varie strutture disperdenti (muri perimetrali, serramenti, soffitti e pavimenti) ognuna con la sua trasmittanza termica. Ipotizziamo che il totale della superficie disperdente sia di 400 m2 con una trasmittanza termica media pesata di 1 W/m²K .
Supponiamo che vogliamo calcolare quanto calore questa casa disperde quando la temperatura esterna è -5°C e la temperatura interna è 20°C.
La dispersione termica di questa casa è:
400 m2 x 1 W/m²K x 25°C = 10.000 W = 10 kW.
Se, poi, sull'edificio si decidesse di effettuare alcuni interventi per aumentare il livello di isolamento dell'involucro (ad esempio, la sostituzione dei serramenti, l'isolamento del sottotetto e/o il cappotto esterno) il valore di trasmittanza termica media pesata diventerebbe di 0,3 W/m²K.
A questo punto la casa disperderebbe 3.000 W = 3 kW, ossia il 70% in meno.
La trasmittanza definisce la tendenza di un elemento allo scambio di energia e, a sua volta, dipende da diversi parametri. I più importanti dei quali sono la conducibilità termica e lo spessore del materiale:
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La conducibilità termica è un valore che indica quanto uno specifico materiale consente il passaggio di calore; più è basso questo valore, meno energia termica il materiale lascia passare e, dunque, è più isolante.
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Lo spessore del materiale è il secondo fattore fondamentale che determina le sue proprietà isolanti. A parità di conducibilità termica, un materiale più spesso lascia passare meno calore ed è più isolante. Un materiale meno spesso può comunque essere molto più isolante di uno con uno spessore decisamente più consistente. Questo è il caso, per esempio, della lana di vetro e del calcestruzzo: la prima ha un coefficiente di conducibilità termica compreso tra 0,033 e 0,040 watt per metro Kelvin (W/mK), mentre per il calcestruzzo il valore passa a circa 1,6 W/mK. In pratica, per ottenere la stessa capacità di isolamento di un pannello in lana di vetro spesso 14 centimetri, sarebbero necessari 8 metri di spessore di cemento. Ed è per questo motivo che i muri in cemento vanno sempre rivestiti con altri materiali.
I diversi modi di coibentare un edificio
Ci sono diverse parti di un edificio che possono essere isolate utilizzando appositi materiali e che consentono di diminuire le dispersioni termiche. Tutti questi elementi hanno contatto con l’esterno e costituiscono quello che viene chiamato involucro dell'edificio: tetto, pareti esterne, finestre, pavimenti sono tutti elementi disperdenti che in una casa ben isolata devono garantire uno scambio termico ridotto.
Quando si riqualifica un’abitazione o un condominio, si può decidere di isolare solamente uno di questi elementi (ad esempio il tetto) oppure, come succede nelle nuove costruzioni, di provvedere a monte alla realizzazione di un involucro ben isolato nel suo complesso.
Isolamento termico del tetto
Dato che l’aria calda tende a salire verso l’alto, la maggior parte del calore presente all’interno di un immobile (circa il 20%) viene disperso attraverso le superfici del tetto.
Per l’isolamento del tetto si può procedere installando appositi materiali, come lana di vetro, lana di roccia o pannelli in poliuretano, dall’esterno sopra i travetti; oppure si può procedere dall’interno, al di sotto dei travetti e tra l’uno e l’altro. La prima modalità è la più efficace, ma la seconda è più economica ed è generalmente preferita negli interventi di ristrutturazione.
Isolamento delle pareti perimetrali
L’isolamento delle pareti perimetrali è chiamato generalmente isolamento a cappotto termico o più semplicemente isolamento della facciata. È probabilmente la modalità più efficace di ridurre le dispersioni termiche (dal 20% al 40% di risparmio secondo l’Enea), dato che le superfici coinvolte sono molto ampie e migliora nettamente il benessere interno, perché aumenta la temperatura superficiale all’interno delle pareti perimetrali.
Per contro, è generalmente un intervento abbastanza complesso e costoso.
Il cappotto termico viene realizzato direttamente sulle vecchie pareti dell’edificio applicando dei pannelli isolanti, sui quali poi viene applicato l’intonaco e la vernice. Lo spessore dei pannelli è variabile, ma per ottenere un buon effetto isolante non deve essere inferiore ai 10-15 centimetri. La corretta installazione del cappotto termico, oltre ai materiali utilizzati, è un fattore fondamentale per l’efficacia del sistema.
Per gli edifici storici o vincolati, sui quali non è possibile posare il cappotto termico, possono essere utilizzati speciali tipi di intonaco isolante che utilizzano additivi per abbassare il valore di conducibilità termica.
Nei nuovi edifici, invece, l’isolamento termico delle pareti è previsto a monte, con materiali isolanti presenti direttamente nei materiali di costruzione.
Isolamento del soffitto dell’ultimo piano
Se nell’abitazione esiste una soffitta non riscaldata e non abitata, è possibile isolare il suo pavimento (che è il soffitto dell’ultimo piano abitato). Questa è un’opzione alternativa e meno costosa rispetto all’isolamento del tetto che evita comunque la dispersione di energia termica verso l’alto e si può facilmente realizzare stendendo uno strato di materiale isolante sulla superficie orizzontale del pavimento.
Isolamento del pavimento o del seminterrato
Il pavimento al piano terra costituisce l’elemento di separazione tra ambiente interno dell’edificio riscaldato e il terreno, oppure tra l’interno e i locali cantine/box che comunque non sono riscaldati. Anche l’isolamento del pavimento, quindi, è molto importante, sia per il risparmio energetico che per il comfort, perché evita il fenomeno della condensa superficiale.
Nei nuovi edifici il solaio che sta sotto il pavimento del piano terra viene isolato in fase di costruzione tramite pannelli o materiali granulari particolari.
Nel caso di riqualificazione edilizia si può procedere a un isolamento sotto massetto utilizzando, anche in questo caso, diverse soluzioni a seconda dei casi, come lastre rigide o tappeti. È necessario però demolire sia la pavimentazione che il massetto, quindi si tratta di un intervento abbastanza invasivo.
In alternativa, è possibile posizionare i prodotti isolanti sopra il massetto, demolendo solo la pavimentazione, oppure direttamente sopra il pavimento esistente, coprendolo poi con un nuovo rivestimento a secco.
La scelta di una soluzione rispetto ad un'altra dipende dalle specifiche esigenze, ma è importante ricordare che quando lo strato isolante è posato verso l’ambiente freddo i benefici sono maggiori.
Se al di sotto del piano terra esiste un seminterrato non riscaldato, infine, è possibile isolarlo installando dei pannelli al soffitto: in questo modo si garantisce una temperatura superficiale più alta del pavimento al piano terra, che risulterà quindi più caldo.
L’alternativa dell'isolamento termico dall'interno
Esistono situazioni nelle quali un immobile non si può coibentare dall’esterno, ossia non è possibile realizzare il cappotto termico (ad esempio, gli edifici storici o di pregio).
In questi casi, si può optare per l’isolamento delle pareti interne, chiamato anche cappotto termico interno, che si effettua applicando sui muri dei locali pannelli di diversi tipi (polistirene espanso, ma anche lastre in cartongesso, sughero o fibra di legno) oppure con tecniche di spruzzo del materiale.
Il cappotto termico interno è meno costoso di quello esterno, ma lo spessore dei materiali è inferiore e le prestazioni di isolamento sono, quindi, più basse. Bisogna considerare, inoltre, che le dimensioni delle stanze diminuiscono di qualche centimetro per lato.
Isolamento termico e pompe di calore
L'efficienza della pompa di calore è proporzionale alla temperatura dell'acqua che produce. Quindi, a parità di macchina, il suo valore sarà più elevato se abbinato a un impianto a temperatura più bassa.
Proprio per questo, storicamente le pompe di calore a servizio degli impianti di riscaldamento sono sempre state abbinate a impianti cosiddetti a bassa temperatura (es. impianto a pavimento), anche perché le pompe di calore - in passato - avevano limiti di funzionamento durante l'inverno non compatibili con impianti a media/alta temperatura come i caloriferi, termosifoni o radiatori.
E' importante precisare che, da questo punto di vista, la tecnologia ha fatto passi da gigante. Le moderne pompe di calore residenziali (sia in versione "pura" sia "ibrida"), infatti, possono funzionare con estrema efficienza per tutto l'inverno anche con i vecchi radiatori (fino a 70°C), sostituendo in modo eccellente le comuni caldaie a combustibile fossile, anche in edifici poco isolati.
Se un immobile viene ben coibentato è in grado di raggiunge con maggiore velocità la temperatura desiderata e mantenerla più facilmente costante. Questo a tutto vantaggio del lavoro della pompa di calore, sia in termini di efficienza che di economicità.
Ricorda: per sapere se si tratta del sistema più indicato in un edificio vecchio e non coibentato dotato dei tradizionali termosifoni bisogna far eseguire uno studio di fattibilità da un progettista termotecnico.
Isolamento termico, gli incentivi a disposizione
Chi è interessato a realizzare un intervento per l’isolamento termico dell’involucro edilizio (facciata, tetto) può sfruttare le detrazioni fiscali dell’Ecobonus o del Bonus ristrutturazioni.
Fino allo scorso anno, con l’Ecobonus era possibile portare in detrazione il 65% (o fino al 75% nel caso dei condomìni) delle spese. Dal 1° gennaio 2025 le aliquote di detrazione dell’Ecobonus si sono ridotte, passando al 50% per tutti i tipi di intervento, se si tratta di proprietario dell'abitazione principale, e al 36% per le seconde case. Nel 2026 e 2027, poi, le percentuali scenderanno ulteriormente, passando rispettivamente al 36% e al 30%.
Per quanto riguarda il Bonus ristrutturazioni, dal 2025 al 2027 le aliquote di detrazione sono identiche a quelle dell’Ecobonus.
Tra i due incentivi cambiano però i massimali di spesa:
- Per il Bonus ristrutturazioni il massimale è complessivo, relativo a tutti i lavori, pari a 96.000 euro anche per il prossimo triennio;
- Per l’Ecobonus, invece, restano come in passato i massimali di spesa specifici a seconda dell’intervento: nel caso di interventi di isolamento termico dell’involucro edilizio la cifra è pari a 60.000 euro, mentre per la coibentazione dei condomìni (su almeno il 25% della superficie interessata) è pari a 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare.