Contro il caro energia una caldaia a legna e a pellet può essere la soluzione. Bisogna avere lo spazio per l’installazione e un camino con precise caratteristiche.
Scegliere il pellet o la legna per riscaldare la propria casa ha sempre comportato un grande risparmio economico. Al momento attuale, con il prezzo del gas alle stelle, una caldaia a pellet o a legna può fare davvero la differenza sui costi di riscaldamento arrivando (come minimo) a dimezzare le bollette. Ma è sempre possibile installare un impianto alimentato con queste fonti rinnovabili? Quali sono gli elementi da tenere in considerazione e i vincoli? E i costi? Facciamo un po’ di chiarezza su un argomento attualmente molto interessante.
Indice:
- Quando una caldaia a legna e pellet è meglio dei combustibili fossili
- Cosa considerare per l’installazione: lo spazio e il camino
- Caldaia a legna o a pellet: qual è la scelta migliore
- Quanto si risparmia utilizzando il pellet invece del gas metano
Quando una caldaia a legna e pellet è meglio dei combustibili fossili
Parlare genericamente di “biomassa” è fuorviante, perché il termine comprende spesso combustibili di origine incerta e considerati “poco puliti”. Nel settore residenziale e commerciale, si deve più correttamente parlare di caldaie a legna e pellet, perché così si fa riferimento a biomassa legnosa certificata che risponde a precisi requisiti e che viene utilizzata in sistemi evoluti e a emissioni ridotte, progettati con caratteristiche specifiche”.
Come abbiamo detto, oggi utilizzare una caldaia a pellet e a legna è molto più conveniente rispetto all’uso di generatori a combustibili fossili, quali gas metano, gas liquido (GPL) e gasolio. Una caldaia che utilizza legna o pellet riscalda l’acqua sanitaria e di riscaldamento fornendo il comfort ideale in ogni contesto, anche con climi rigidi ed edifici non coibentati, ed è totalmente flessibile per quanto riguarda la tipologia di terminali di riscaldamento, dai radiatori, ai ventilconvettori, ai sistemi radianti a bassa temperatura.
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Esistono caldaie a legna e pellet adatte per abitazioni e piccoli condomini, come Vitoligno 150-S di Viessmann, a legna da 23 e 30 kW dotata di sonda Lambda e sistema semiautomatico di pulizia, oppure Vitoligno 300-C a pellet da 12, 18, 24 e 30 kW, dotata anch’essa di sonda Lambda e sistema automatico di pulizia.
In particolare, in edifici con costi energetici elevati sui quali è impossibile realizzare un cappotto termico (come quelli storici), una caldaia a legna o pellet è un’ottima soluzione che riduce in modo considerevole i costi.
Non dimentichiamo che sfruttando una fonte rinnovabile come la legna o il pellet, si riesce quasi sempre a migliorare di 2 classi energetiche l’edificio, una condizione necessaria, ad esempio, per usufruire del Superbonus 110% (per saper di più leggi Caldaia a biomassa e Superbonus? Sì, ma con condizioni).
Una caldaia a legna o pellet, infine, è indicata anche nelle zone non servite dalla rete del metano, in sostituzione di gasolio o GPL.
Nel suo bollettino periodico sui prezzi dei combustibili, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) evidenzia che a gennaio 2022 il costo del gas al consumatore finale, trasporto escluso, era di 138 euro/MWh, contro i 72 euro del pellet A1 (la migliore qualità) e i 54 euro della legna, un divario enorme che si è progressivamente ampliato soprattutto dopo il 2020 (si vedano i grafici sottostanti). Mentre la biomassa legnosa ha quotazioni stabili nel tempo, le fonti fossili subiscono forti oscillazioni a seconda dell’andamento dei mercati energetici, sui quali ha recentemente pesato sia la ripresa economica durante il 2021 sia il diverso sistema di quotazione del metano in Europa, che non farà altro che aumentare ancora il prezzo del combustibile.
Fonte: AIEL
Cosa considerare per l’installazione: lo spazio e il camino
La legna e il pellet, quindi, sono decisamente convenienti. Ma si può installare una di queste caldaie in qualunque situazione? Esistono in realtà alcune limitazioni. Normalmente è necessario un locale tecnico o una centrale termica. Soprattutto nel caso della legna, poi, è necessario installare, oltre alla caldaia, un puffer di accumulo dell’acqua.
Ad esempio, con una caldaia da 23 kW di potenza ne serve uno da almeno 1.000 litri, mentre con 30 kW si passa a 1.500 litri.
Si tratta di accumuli che richiedono il giusto spazio e pesano svariati quintali, per cui è fondamentale che siano posizionati al piano terra o su solai adeguati. Possono servire complessivamente dai 5 ai 15 metri quadrati nel caso della legna (tra caldaia, puffer e accessori vari) e 4-7 metri quadri nel caso del pellet. Solo modelli di taglia più piccola, per esempio da 12 kW indicati per un appartamento tradizionale o “case clima”, possono essere installati anche in un ripostiglio. Bisogna poi valutare attentamente lo spazio per immagazzinare il combustibile e anche come lo si trasporta, così come avere gli spazi opportuni per le ispezioni di pulizia annuale. Serve, insomma, la massima semplicità logistica per caricare la caldaia e la scelta di soluzioni economiche spesso si rivela scomoda, quindi sbagliata.
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Ed eccoci, infine, a un vincolo edilizio fondamentale: il camino. Per conformità di legge, oltre che per assecondare la buona norma tecnica, per una caldaia a legna o pellet è necessario un camino a tiraggio naturale (che lavora in depressione), con diametro maggiore rispetto a quello richiesto dalle normali caldaie a gas. Il camino deve essere realizzato in acciaio resistente ad alte temperature.
Caldaia a legna o a pellet: qual è la scelta migliore
Soprattutto se si ha la possibilità di rifornirsi di combustibile da filiera corta, il cippato di legna è il più conveniente dal punto di vista economico. Il pellet, però, ha una densità energetica superiore (significa che a parità di metri cubi genera più energia termica) e necessita di uno spazio minore per lo stoccaggio.
Anche dal punto di vista della gestione dell’impianto il pellet comporta dei vantaggi, perché può essere trasportato automaticamente da un deposito che può essere posizionato anche lontano dalla caldaia, movimentato tramite tubazioni ad aria. Cosa che, invece, non può avvenire con la legna o il cippato. Infine, il pellet è migliore anche dal punto di vista delle emissioni e delle operazioni di pulizia e manutenzione, grazie a un contenuto di ceneri molto basso (per sapere di più sulle emissioni delle caldaie a biomassa leggi Come scegliere un impianto a biomassa ecosostenibile).
Quanto si risparmia utilizzando il pellet invece del metano
Con tutti i tipi di combustibile, ovviamente, la spesa per il riscaldamento di un’abitazione dipende dal proprio profilo di consumi: se l’inverno è particolarmente rigido o si hanno stili di vita che privilegiano temperature interne molto confortevoli, la spesa può essere ingente anche se il combustibile costa poco. Per fare un confronto con il gas, in linea generale possiamo affermare che a livello di resa energetica 1 metro cubo di metano, o 1 litro di gasolio, equivalgono a circa 2,1 kg di pellet e a 2,5 kg di legna secca o cippato secco.
Prendendo come riferimento una spesa di 0,31 euro/kg per il pellet, si tratta di circa 600 euro l’anno (considerando un inverno medio al nord Italia), mentre con i prezzi attuali del metano ora si spendono 1.300 o 1.400 euro. Il consistente risparmio che si genera dall’utilizzo di una caldaia a pellet o legna compensa da solo in qualche anno il maggiore investimento iniziale. Con i diversi incentivi e detrazioni fiscali a disposizione (es. Ecobonus e Conto Termico), poi, gli impianti moderni a basse emissioni possono essere installati a costi abbattuti del 65% o, con il Superbonus, addirittura totalmente.