Si possono sfruttare Ecobonus o Bonus Ristrutturazioni per detrarre dalle tasse il 50% della spesa per una pompa di calore. In alternativa, c’è il Conto Termico.
Indice:
- Pompe di calore, il costo dell’intervento si può abbattere
- Gli incentivi da utilizzare per le pompe di calore
- Detrazione al 50% con Ecobonus
- Come si accede all’Ecobonus
- Detrazione al 50% con Bonus Ristrutturazioni
- Come si accede al Bonus Ristrutturazioni
- Le spese detraibili con le detrazioni fiscali
- Iva agevolata al 10%
- Il Conto Termico 2.0 per le pompe di calore
- Come si accede al Conto Termico
- Quando scegliere Ecobonus, Bonus ristrutturazioni o Conto Termico

Pompe di calore, il costo dell’intervento si può abbattere
Installare una pompa di calore per il riscaldamento, la produzione di acqua calda e il raffrescamento della propria abitazione è una scelta intelligente: comporta vantaggi dal punto di vista dei consumi energetici e indubbi benefici ambientali, perché si abbandonano i combustibili fossili per utilizzare energia elettrica e fonti rinnovabili.
Una scelta, quindi, che si giustifica ampiamente per il risparmio economico e per contrastare il climate change.
L’investimento iniziale per una pompa di calore, però, può rappresentare un ostacolo, specialmente se è necessario effettuare altri lavori, come sostituire i vecchi termosifoni e installare un sistema di diffusione del calore a bassa temperatura. Per fortuna anche nel 2025 sono disponibili incentivi statali che abbattono i costi di installazione sia delle pompe di calore sia dei sistemi ibridi. Vediamo quali sono.
Gli incentivi da utilizzare per le pompe di calore
Esistono due detrazioni fiscali per l’installazione di una pompa di calore: Ecobonus e Bonus Ristrutturazioni (o Bonus casa). Con le modifiche apportate dall’ultima Legge di Bilancio, non è cambiato nulla per quanto riguarda i requisiti generali per l’accesso alle detrazioni, ma le percentuali di spesa che si possono detrarre sono state allineate:
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per l’anno 2025 detrazione del 50% delle spese per il proprietaro delll’abitazione principale e 36% per le seconde case sia per l’Ecobonus che per il Bonus Ristrutturazioni;
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per gli anni 2026 e 2027 detrazione del 36% delle spese per l’abitazione principale e 30% per le seconde case sia per l’Ecobonus che per il Bonus Ristrutturazioni.
In entrambi i casi la detrazione si riporta in dichiarazione dei redditi in 10 anni, con 10 rate annuali di pari importo.
Ricordiamo che la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto dei tetti di spesa ammissibile alle detrazioni per tuti i redditi Irpef superiori ai 75.000 che variano in funzione del numero di figli a carico.
Per le pompe di calore esiste, infine, la possibilità di sfruttare il Conto Termico, un’agevolazione per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili termiche in sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti che rimborsa fino al 65% delle spese tramite bonifico bancario sul conto corrente.
Detrazione al 50% con Ecobonus
L’Ecobonus agevola gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, tra i quali rientra l’installazione di pompe di calore e sistemi ibridi, composti da caldaia a condensazione e pompe di calore.
Possono sfruttare la detrazione fiscale dell’Ecobonus i soggetti con redditi Irpef o Ires (quindi sia persone fisiche che imprese) che possiedono l’immobile o lo detengono in base a un titolo idoneo.
Gli interventi di installazione devono configurarsi come sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti, quindi non si può trattare di una integrazione né di una nuova installazione: i climatizzatori estivi a pompa di calore che vengono installati in un’abitazione già dotata di una caldaia, quindi, non possono beneficiare dell’Ecobonus.
La pompa di calore, inoltre, deve rispondere a requisiti di alta efficienza, ormai soddisfatti dalla maggior parte dei prodotti sul mercato.
A differenza del Bonus ristrutturazioni che prevede solamente un tetto di spesa complessivo, l’Ecobonus prevede due condizioni:
- Un limite massimo di detrazione a seconda della tecnologia che si installa. Nel caso degli impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore il limite è pari a 30.000 euro;
- Un limite massimo specifico di spesa. Per le pompe di calore 1.760 euro/kW. Questo limite si riferisce alle voci della fattura all’utente finale e non comprende l’IVA, la manodopera e le opere complementari.
Come si accede all’Ecobonus
L’installazione di una pompa di calore residenziale (tipicamente < 20 kW), ai sensi del D.lgs 199/2021 e del più recente D.lgs 190/2024 rientra negli interventi di edilizia libera, dunque non richiede permessi di tipo edilizio, salvo la dovuta verifica su regolamenti edilizi comunali, regionali e provinciali oppure ci siano vincoli legati al rispetto dei vincoli culturali o paesaggistici.
Le opere devono essere effettuate da una ditta installatrice specializzata che rilasci una regolare fattura e la dichiarazione di conformità per l’installazione a regola d’arte.
Per l’Ecobonus serve, inoltre, un’asseverazione di un tecnico abilitato che certifichi il rispetto dei requisiti del sistema, ma nel caso di impianti di potenza inferiore ai 100 kW, come le pompe di calore residenziali, questa asseverazione può essere sostituita dalla certificazione del produttore.
Entro 90 giorni dalla fine dei lavori è, inoltre necessario, inviare all’Enea, tramite il portale dedicato, la Scheda descrittiva dell’intervento contenente i dati dell’edificio, il tipo di intervento e il risparmio energetico ottenuto.
Detrazione al 50% con Bonus Ristrutturazioni
Se stai ristrutturando la tua casa (interventi di manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo) puoi far rientrare nelle spese incentivabili con il Bonus Ristrutturazioni l’installazione di una pompa di calore. In questo caso, può accedere all’incentivo anche l’installazione di un climatizzatore estivo a pompa di calore in una casa già dotata di sistema di riscaldamento. Lo stesso ragionamento vale anche per l’installazione di una pompa di calore in modalità “add-on” su un impianto di riscaldamento esistente, ossia senza sostituire necessariamente la caldaia esistente!
Il Bonus è destinato esclusivamente ai redditi IRPEF, quindi alle persone fisiche, e può essere applicato alle singole unità immobiliari residenziali o alle parti comuni dei condomini.
La Legge di Bilancio ha confermato il limite di spesa massimo di 96.000 euro per l’intervento complessivo di ristrutturazione, quindi la detrazione massima prevista, per la prima casa, è pari a 48.000 euro.
Come si accede al Bonus Ristrutturazioni
L’iter burocratico per il Bonus Ristrutturazioni è abbastanza semplice. Come abbiamo detto sopra, l’installazione di una pompa di calore, anche se rientra nella categoria di edilizia libera ai sensi della normativa tecnico urbanistica, ai fini fiscali è considerato un intervento di manutenzione straordinaria, quindi l’intervento:
- Può essere collegato a una manutenzione straordinaria o risanamento conservativo. In questo caso sulla fattura e sul bonifico parlante dovrenno essere riportati tutti gli estremi della pratica edilizia;
- Può essere eseguito senza un intervento di manutenzione straordinaria ai sensi della normativa urbanistica. In questo caso è sufficiente che venga predisposto una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui l’utente finale dichiara che l’intervento in oggetto, nel tal comune, non ha richiesto pratiche edilizie.
Anche in questo caso la ditta che esegue l’intervento deve essere abilitata e le fattura con relative quietanze di pagamento devono essere conservate per 15 anni. Per quanto riguarda i documenti di tipo tecnico, è necessario solamente l’invio della Scheda descrittiva al portale Enea.
Le spese detraibili con le detrazioni fiscali
Sia per il Bonus Ristrutturazioni sia per l’Ecobonus sono detraibili tutte le spese concernenti l’acquisto dei sistemi, quelle relative ai lavori (ad esempio l’adeguamento dell’impianto di distribuzione del calore), i sistemi di trattamento dell’acqua, le opere elettriche e murarie accessorie, oltre alle spese professionali per la redazione del progetto termotecnico e per le pratiche amministrative.
Iva agevolata al 10%
Una pompa di calore è considerata “bene significativo”, quindi può beneficiare dell’Iva agevolata al 10% (invece del 22%). Questa aliquota agevolata, però, si applica solamente alla differenza tra il valore complessivo della prestazione e quello dei beni stessi.
Ad esempio, se il costo complessivo dell’intervento di installazione della pompa di calore ammonta a 10.000 euro (4.000 euro per la manodopera e 6.000 euro per i beni), l’Iva al 10% riguarderà 4.000 euro, mentre per i restanti 2.000 euro di costo dei beni si applicherà l’Iva ordinaria del 22%.
Il Conto Termico 2.0 per le pompe di calore
Il Conto Termico, attualmente in versione 2.0 (una versione 3.0 è attesa a breve) è un incentivo destinato a privati, condomìni, soggetti titolari di reddito d’impresa e Pubbliche amministrazioni che consiste in un vero e proprio rimborso (parziale) della spesa.
Tra gli interventi che possono accedere al Conto Termico rientra l’installazione di una pompa di calore con determinati livelli di efficienza (COP) o di un sistema ibrido in sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale esistente.
Il corrispettivo rimborsato può arrivare fino al 65% della spesa ed è calcolato in base a una formula che tiene conto della potenza termica dell’apparecchio, del coefficiente di prestazione energetica e della zona climatica dove si trova l’edificio. Il rimborso per gli impianti di taglia domestica avviene generalmente in due tranche annuali.
E' possibile, anche, beneficiare di uno sconto in fattura immediato da parte dell’installatore.
Come si accede al Conto Termico
Per accedere al Conto Termico serve un’asseverazione sul rispetto dei requisiti tecnici delle apparecchiature e anche una relazione tecnico-fotografica che attesti la situazione prima e dopo l’intervento. Esiste, però, un catalogo con gli apparecchi domestici ammessi all’incentivo aggiornato periodicamente dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) che rende possibile accedere a una procedura semplificata.
Diversamente dal Bonus Ristrutturazioni e dall’Ecobonus per i quali sono previste scadenze temporali prorogate di anno in anno, il Conto Termico non ha un limite di tempo, ma solamente un plafond di spesa complessivo stabilito dallo Stato da non superare: 900 milioni di euro, di cui 400 dedicati alla PA e 500 ai privati.
Quando scegliere Bonus ristrutturazioni, Ecobonus o Conto Termico
A questo punto, può sorgere spontaneo il dubbio su: quale sia l’incentivo più conveniente da utilizzare per installare una pompa di calore? In considerazione del fatto che oggi il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus prevedono le stesse aliquote di detrazione. La risposta è: dipende dalla situazione.
Se stai ristrutturando casa, vale la pena inserire anche questo intervento nel computo complessivo se non viene superata la soglia di spesa complessiva dei 96.000 euro.
Se il tetto di spesa viene superato, puoi considerare di utilizzare per la pompa di calore l’Ecobonus, che ti permette di avere un massimale di detrazione specifico per l’intervento molto alto (30.000 euro, quindi con una spesa di 60.000 euro).
Per quanto riguarda il Conto Termico, invece, è indicato per i soggetti che non hanno sufficiente capienza fiscale per “assorbire” l’importo della detrazione annuale oppure per chi non possiede reddito tassabile Irpef.