31 marzo 2022  |  a cura di Alberto Villa  |  condividi con

Aumentano le bollette: cosa possiamo fare?

<span id="hs_cos_wrapper_name" class="hs_cos_wrapper hs_cos_wrapper_meta_field hs_cos_wrapper_type_text" style="" data-hs-cos-general-type="meta_field" data-hs-cos-type="text" >Aumentano le bollette: cosa possiamo fare?</span>

Contro il rincaro delle bollette, ormai alle stelle, gli interventi del Governo non bastano. È il momento di fare scelte che mirano alla riduzione del fabbisogno energetico.

Potendo immaginare un anno fa quello che sarebbe successo alle bollette dell’energia, anche gli osservatori più catastrofisti non avrebbero potuto dipingere uno scenario peggiore. Dopo le quotazioni del gas e dell’elettricità impazzite a causa della rapida ripresa post Covid, dei cali nazionali delle scorte e dell’aumento del prezzo delle quote per compensare le emissioni di CO2 (che si ripercuotono sui costi di produzione dell’energia), è arrivata la guerra Russia-Ucraina che mette a rischio il 40% delle forniture di gas europee e italiane. Oggi l’imperativo per i Governi europei è diversificare le forniture di gas da un lato e spingere il più possibile la produzione da fonti rinnovabili, biometano e idrogeno dall’altro, per cercare di aumentare la nostra indipendenza energetica. Scopriamo qui di seguito cosa possiamo fare noi consumatori.

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Indice:

  1. La cronaca di un anno di aumento delle bollette
  2. Il Decreto Energia di marzo contro il caro bollette
  3. Gli investimenti da considerare contro l’aumento delle bollette

La cronaca di un anno di aumento delle bollette

Possiamo decidere di spegnere il riscaldamento o di non utilizzare il forno (e certamente alcuni comportamenti anti-spreco più virtuosi, come abbassare di un grado la temperatura in casa, andrebbero adottati da tutti!). Certo è che realizzare interventi per l’efficienza energetica consentono di ridurre i consumi senza cambiare drasticamente le abitudini di utilizzo dei nostri elettrodomestici e che rappresentano l’arma più efficace a nostra disposizione.

La situazione internazionale è oggi talmente complicata da rendere difficile ipotizzare nel breve-medio termine spiragli di miglioramento sui prezzi dell’energia. Troppe sono le variabili in gioco, legate in particolare alla situazione in Ucraina, per poter azzardare un ritorno alle quotazioni del gas e dell’elettricità che avevamo a disposizione un anno fa. I rincari sono iniziati a metà del 2021, spingendo il governo a varare le prime misure di sostegno per abbassare le bollette di cittadini e imprese già lo scorso luglio (1,2 miliardi di euro per il terzo trimestre del 2021). In ottobre la situazione è peggiorata ed è arrivato un secondo intervento da 3,5 miliardi, poi un terzo che ha stanziato altri 5,5 miliardi destinati al primo trimestre del 2022.

Nel frattempo, l’ARERA (Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente) alla fine dello scorso anno ha tirato le somme di 12 mesi bollenti: malgrado gli interventi governativi, l'aumento per la famiglia tipo nel mercato tutelato è stato del +55% per la bolletta dell'elettricità e del +41,8% per quella del gas in un solo trimestre (il primo del 2022 rispetto al precedente). E i numeri anno su anno sono ancora più sconfortanti. Il costo in dell’energia elettrica in bolletta nel mercato tutelato è passato a ben 46 centesimi kWh (incluse tasse) rispetto ai 20 centesimi dell’inizio del 2021, con un aumento del 135%. E il gas è arrivato a superare i 137 centesimi al metro cubo, dai 70,66 centesimi del gennaio dello scorso anno. Nei prossimi mesi la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare, in particolare da luglio in poi, quando l’aggiornamento dei prezzi dell’Autority registrerà anche l’impennata dei prezzi del gas avvenuta con la guerra nei primi giorni di marzo.
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Il Decreto Energia di marzo contro il caro bollette

L’ultima mossa del Governo contro l’aumento delle bollette riguarda il trimestre aprile-giugno 2022. Il Decreto Energia (Decreto legge 1 marzo 2022, n. 17), recante “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali” ha stanziato quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 per far fronte al caro energia e gli altri a sostegno delle filiere produttive più penalizzate. Il nuovo decreto-legge ha sostanzialmente prorogato anche per il secondo trimestre del 2022 le misure già in essere nei mesi passati, ma con alcune novità:
  • azzeramento degli oneri generali di sistema per le utenze domestiche e non domestiche in bassa tensione con potenza fino a 16,5 kW, nonché per le utenze sopra i 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica pubblica di veicoli elettrici;
  • riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il gas;
  • rafforzamento del bonus sociale per i clienti domestici economicamente svantaggiati e in gravi condizioni di salute;
  • credito d’imposta del 20% per le aziende energivore (da utilizzare in compensazione) pari al 20 per cento delle spese sostenute per la componente energetica acquistata e utilizzata nel secondo trimestre 2022;

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  • credito d’imposta al 15% per le imprese a forte consumo di gas naturale sulle bollette relative al primo trimestre del 2022 (da utilizzare in compensazione).

Il Decreto Energia, inoltre, spinge le fonti rinnovabili, in particolare gli impianti solari fotovoltaici e termici, semplificando le procedure per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali. Sia gli impianti che le opere funzionali alla connessione alla rete elettrica, infatti, sono considerati interventi di manutenzione ordinaria e non sono più necessari permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di qualsiasi tipo, ad eccezione degli impianti che riguardano edifici vincolati o in aree sottoposti al codice dei beni culturali e del paesaggio.
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Gli investimenti da considerare contro l’aumento delle bollette

In un momento come quello attuale e con uno scenario a medio termine che resta molto complicato, vale la pena considerare alcuni interventi che possono modificare radicalmente le nostre bollette perché diminuiscono il fabbisogno per riscaldamento, raffrescamento e per l’alimentazione di tutte le utenze elettriche che prelevano energia dalla rete. Tre, in particolare, sono gli ambiti su cui intervenire che portano a risultati certi.

  • Isolamento dell’immobile: un cappotto termico permette di ridurre notevolmente il fabbisogno energetico sia per il riscaldamento (circa del 20% secondo l’ENEA) che per il raffrescamento estivo; migliora inoltre il comfort abitativo e consente di alzare la classe energetica dell’immobile aumentandone il valore. Non dimentichiamo che l’isolamento termico di almeno il 25% delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate è un intervento che accede direttamente al Superbonus 110%, con un massimale di spesa che va dai 50.000 euro per gli edifici unifamiliari, ai 40.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari per condomini fino a 8 unità abitative, ai 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari per immobili con più di 8 unità (per sapere di più sulle nuove scadenze del Superbonus e le nuove modalità per accedere a sconto in fattura e cessione del credito leggi anche Novità Bonus 2022 per ristrutturazione).

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  • Installazione di impianto fotovoltaico e solare termico: un impianto fotovoltaico domestico in auto-consumo consente di diminuire nettamente il prelievo di elettricità dalla rete pubblica; se si installa anche un sistema di accumulo per immagazzinare l’elettricità prodotta e non immediatamente autoconsumata, l’autonomia energetica (e il risparmio!) può arrivare all’80% (leggi anche Installare un impianto fotovoltaico conviene? Le risposte). Il fotovoltaico può essere installato, anche con i sistemi di accumulo, sfruttando sia il Bonus Ristrutturazione con detrazione del 50%, sia il Superbonus 110% in qualità di intervento “trainato”. I pannelli solari termici, invece, permettono di sfruttare il calore del sole arrivando a far risparmiare, se l’impianto è ben dimensionato, fino al 75% dei consumi per la produzione di acqua calda sanitaria; sono utili anche per supportare il generatore di calore per il riscaldamento, riducendo i consumi anche del 25% (leggi anche Rendimento solare termico anche in inverno). Un impianto solare termico può accedere al Bonus Ristrutturazioni, all’Ecobonus 65%, al Superbonus 110% e anche al Conto termico.

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  • Sostituzione della caldaia con un generatore di calore più efficiente: un aiuto contro il caro energia può arrivare anche dalla sostituzione di una vecchia caldaia con un generatore di calore più efficiente. In questo caso non si agisce direttamente sulla riduzione del fabbisogno energetico della propria casa, ma si diminuiscono i consumi grazie ai migliori rendimenti dell’apparecchio: installando una moderna caldaia a condensazione il risparmio sui consumi di gas può arrivare al 30%. Le nuove caldaie Vitodens serie 100, tra l’altro, sono già pronte per il riscaldamento del futuro perché sono “H2 ready”, ossia compatibili con l’idrogeno. New call-to-actionCon una pompa di calore, oltre al migliore rendimento del generatore si otterrà anche un riscaldamento green a zero emissioni locali, grazie al fatto che questi apparecchi non utilizzano gas né altre fonti fossili per funzionare, ma l’energia termica gratuita e rinnovabile presente nell’aria o nell’acqua, così come un quota di energia elettrica.

    New call-to-actionHai possibilità di sfruttare anche il tetto di casa? L’abbinamento perfetto per il risparmio e la sostenibilità ambientale è rappresentato dall'accoppiata pompa di calore e impianto fotovoltaico (dove i consumi arrivano quasi a zero).

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