6 febbraio 2025  |  a cura di Matteo Vanti  |  condividi con

Riscaldamento in condominio con le pompe di calore

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6 febbraio 2025
Pompe di Calore, Riscaldamento Condominio

Oggi è possibile riqualificare l’impianto di riscaldamento centralizzato installando una pompa di calore ad alta temperatura, anche mantenendo i vecchi radiatori.

Indice:

  1. Anche in condominio si deve puntare sulle rinnovabili
  2. La diagnosi energetica in un condominio
  3. Coibentazione e sostituzione dell’impianto di riscaldamento condominiale
  4. Pompe di calore per il riscaldamento dei condomini nuovi
  5. Pompe di calore per il riscaldamento dei vecchi condomini
  6. Pompe di calore ad alta temperatura contesti condominiali
  7. Pompa di calore ad alta temperatura Viessmann Vitocal 250 A-PRO

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Anche in condominio si deve puntare sulle rinnovabili

Nonostante il riscaldamento autonomo sia sempre più apprezzato, in Italia esistono ancora molti condomini, sia grandi complessi residenziali che edifici di poche unità immobiliari, che funzionano con riscaldamento centralizzato: secondo l’Istat, al Nord Ovest ancora il 30,7% delle famiglie, al Nord Est il 12,3%, al Centro il 14,7% mentre al Sud il 4,6%.

Fino a qualche anno fa, una soluzione tecnica molto adottata per la sostituzione di un vecchio impianto di riscaldamento centralizzato inefficiente e inquinante era l’installazione di una nuova caldaia a condensazione condominiale, intervento che comunque consente una netta diminuzione dei consumi e un risparmio sulla bolletta condominiale.

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Oggi, però, esistono alternative innovative che consentono ai condomìni (compresi quelli vecchi) di passare alle fonti rinnovabili: sono le pompe di calore di ultima generazione.

Il riscaldamento centralizzato del futuro, insomma, è a portata di mano anche in questo settore residenziale, e potrebbe fornire un grande contributo alla transizione energetica in edilizia che prevede l’abbandono delle fonti fossili per creare edifici full electric a zero emissioni.

Pompa di calore ad alta temperatura Vitocal 250-A PRO-1

Non dimentichiamo, infine, che per riqualificare l'impianto di riscaldamento centralizzato con le pompe di calore i condomìni possono sfruttare l’Ecobonus, mentre le "caldaie uniche" che utilizzano esclusivamente combustibili fossili non possono più accedere agli incentivi fiscali.

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La diagnosi energetica in un condominio

Il primo passo per cambiare le modalità di riscaldamento centralizzato, rendendolo più efficiente e sostenibile, è quello di far realizzare da un tecnico qualificato una diagnosi energetica. La diagnosi energetica è un’analisi preventiva che consente dimettere a fuoco gli sprechi energetici connessi al riscaldamento e individuare le possibili soluzioni di efficientamento dell’edificio, tenendo conto della fattibilità tecnica, della convenienza economica dell’intervento, dei benefici ambientali e delle necessità di comfort termico di tutti gli appartamenti.

Per effettuare la diagnosi energetica è necessaria un’analisi sui dati storici di consumo e un sopralluogo accurato che valuti alla struttura dell’involucro edilizio e i punti di dispersione termica (pareti, infissi, tetto ecc,), le caratteristiche del generatore di calore, l’impianto di distribuzione nelle singole unità immobiliari.

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L’aspetto del benessere in un condominio è particolarmente delicato, perché la dispersione di calore lungo le tubature di distribuzione è decisamente più consistente rispetto a un edificio di piccole dimensioni e, nella valutazione degli interventi proposti, bisogna essere certi di assicurare sempre la temperatura ideale in tutti gli appartamenti, anche ai piani più alti.

All’individuazione degli interventi più indicati, seguono la fase di progettazione e quella esecutiva, nelle quali deve entrare in gioco un professionista termotecnico.

Coibentazione e sostituzione dell’impianto di riscaldamento condominiale

Le pompe di calore possono essere utilizzate in sostituzione di vecchi generatori di calore sia di impianti termoautonomi che in impianti di riscaldamento centralizzato, grazie alle diverse taglie di potenza disponibili.

Per riqualificare l’impianto di riscaldamento in condominio installando una pompa di calore, una valutazione preventiva da parte di un esperto termotecnico è ancora più importante, perché solo da questa analisi è possibile grado di capire se l’edificio sia idoneo o meno all’installazione e se necessita di eventuali altri interventi.

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Se il condominio è vecchio e non coibentato, con molte dispersioni di calore e un'ingente richiesta di energia termica per il riscaldamento, può darsi che sia necessario come primo passo abbassare il suo fabbisogno ristrutturando l’involucro edilizio, per fare in modo che un sistema come la pompa di calore possa fornire effettivi vantaggi sul fronte del rendimento, del risparmio e della sostenibilità, garantendo anche il comfort adeguato.

A volte (ma non sempre, come vediamo più avanti) è, quindi, necessario un intervento complessivo su diversi livelli, intervenendo sia sull’involucro esterno dell’edificio sia sugli impianti, anche per quanto riguarda il sistema di distribuzione del calore sostituendo i vecchi termosifoni con sistemi a bassa temperatura.

I diversi interventi che possono essere presi in considerazione prima di installare una pompa di calore sono:

  • sistema a cappotto per coibentare termicamente l’edificio;

  • sostituzione di infissi e finestre;

  • modifiche all’impianto e ai terminali di distribuzione del calore;

  • eventuale installazione di un impianto solare termico;

  • installazione di un impianto fotovoltaico.

Pompe di calore per il riscaldamento dei condomini nuovi

Nelle nuove costruzioni e nelle riqualificazioni “rilevanti” (superficie utile superiore a 1000 metri quadrati con ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro, oppure edificio soggetto a demolizione e ricostruzione) l’installazione delle pompe di calore come sistema di riscaldamento è, di fatto, obbligatoria per legge.

Secondo il Decreto Rinnovabili (decreto 199/2021), in particolare, dal 23 Giugno 2022 negli edifici privati è obbligatorio soddisfare con fonti rinnovabili il 60% del riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sanitaria (nel loro insieme), percentuale che sale al 65% nel caso di edifici pubblici. Qualche legge regionale ha emanato regole ancora più stringenti.

I nuovi edifici condominiali e quelli che subiscono una importante riqualificazione rappresentano la condizione ideale per l’installazione delle pompe calore a bassa temperatura per il riscaldamento: l’involucro è ben coibentato ed è possibile scegliere in fase di progettazione un sistema di distribuzione del calore basato su pannelli radianti a pavimento o i ventilconvettori, compatibili con le temperature di esercizio di circa 40-45°C di una pompa di calore.

Nei nuovi condomini coibentati è una prassi anche l’installazione di un sistema di VMC - Ventilazione Meccanica Controllata, che oltre a garantire la salubrità dell’aria indoor e l’assenza di condense e muffe grazie il ricambio costante, permette di aggiungere un ulteriore risparmio energetico grazie al recupero del calore dall’aria espulsa.

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Pompe di calore per il riscaldamento dei vecchi condomini

Fino a qualche tempo fa si pensava che l’installazione delle pompe di calore nei vecchi condomini non coibentati e dotati di tradizionali termosifoni (che si desiderava mantenere) fosse un intervento da non consigliare, perché il sistema non sarebbe stato in grado di raggiungere la temperatura necessaria.

L’esperienza degli anni recenti, invece, ha dimostrato che questo intervento è possibile in molti casi, perché gli originali termosifoni funzionanti con acqua a 70-80 °C risultano spesso “sovradimensionati” rispetto al reale fabbisogno di energia termica dell'immobile.

I questi casi, i termosifoni possono riscaldare in modo adeguato anche a 50 o 55°C, una temperatura che diventa compatibile con il funzionamento di molte pompe di calore oggi presenti sul mercato, in particolare con quelle ad alta temperatura, ma anche con alcune tipologie di ultima generazione che "tecnicamente" non sono ad alta temperatura.

L’installazione di una pompa di calore in un condominio con impianto centralizzato con il mantenimento dei vecchi radiatori si configura, quindi, come un intervento non solo possibile, ma anche consigliabile, perché riesce a garantire lo stesso comfort offrendo un netto risparmio di energia e sfruttando una soluzione sostenibile per l’ambiente. Il tutto senza generare disagio né spese eccessive per gli inquilini, perché non sono necessarie né modifiche strutturali nei singoli appartamenti né il cappotto termico.

È importante ricordare, però, che per verificare che esistano le condizioni per procedere all’intervento deve sempre essere realizzata una valutazione di fattibilità.

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Pompe di calore ad alta temperatura per contesti condominiali

Come abbiamo detto sopra, le pompe di calore ad alta temperatura sono il sistema di riscaldamento oggi più indicato per la riqualificazione dei condomini, anche di quelli senza cappotto termico e dove si vogliono mantenere i vecchi radiatori, sempre che esistano le condizioni di fattibilità.

Nelle zone climatiche più fredde, quindi in zona E e anche in zona F, questi sistemi possono eventualmente funzionare all’interno di sistemi ibridi con una caldaia a condensazione.

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Cosa hanno di diverso le pompe di calore ad alta temperatura rispetto a quelle più tradizionali?
Si tratta essenzialmente della temperatura a cui riscaldano l’acqua di mandata dell’impianto.

Mentre una pompa di calore normalmente funziona a temperature massime di circa 55°C (quelle di ultima generazione possono arrivare anche a 60°C), i modelli ad alta temperatura arrivano fino a 65-70°C. Sono proprio quei 10-15 gradi in più che permettono di risolvere importanti criticità nelle abitazioni più grandi (condomini, ma anche edifici commerciali, hotel, ecc) caratterizzati da pareti esterne non coibentate, da perdite di calore nella distribuzione fino ai terminali più lontani o da una richiesta importante di acqua calda sanitaria.

Le alte temperature vengono raggiunge grazie ad alcuni accorgimenti tecnologici e, soprattutto, grazie all’utilizzo dei nuovi gas refrigeranti come l’R290 (propano), un gas di origine naturale che oltre a possedere particolari caratteristiche fisiche termodinamiche è anche ambientalmente compatibile, grazie al bassissimo indice GWP (Global warming potential).

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Pompa di calore ad alta temperatura Viessmann Vitocal 250 A-PRO

Nell’ampia gamma di soluzioni Viessmann per i condomini, nel 2024 ha debuttato la pompa di calore ad alta temperatura Vitocal 250 A-PRO, in grado di soddisfare le esigenze di riscaldamente, raffrescamento e acqua calda sanitaria.

Pompa-di-calore-Vitocal-250-A-Pro-Viessmann

Questa nuova pompa di calore è stata appositamente studiata, testata e prodotta negli stabilimenti Viessmann e si caratterizza per la sua alta affidabilità, ed efficienza energetica. Raggiunge infatti la classe energetica massima A+++/A+++, la più elevata della categoria.

Vitocal 250 A-PRO è in grado di erogare una potenza termica di 40 kW (A7/W35) e, grazie alla temperatura di mandata massima di 70°C con -2°C esterni, è possibile la riqualificazione di ville e condomini, andando a sostituire i generatori esistenti a fonti fossili senza richiedere il rifacimento degli impianti.

Rispetto alle tradizionali pompe di calore commerciali di questa potenza, Vitocal 250-A PRO si differenzia:

  • per la notevole silenziosità di funzionamento, fattore molto rilevante nei contesti residenziali densamente abitati e/o di pregio: la potenza sonora massima è di soli 69,8 dB(A) e scende a 60,9 dB(A) in modalità notturna;
  • per l'utilizzo del gas refrigerante “green” R290 con un potenziale di riscaldamento globale quasi nullo (GWP: 0,03). Per garantire la sicurezza l’unità viene equipaggiata di serie con un dispositivo brevettato in grado di assicurare, in caso di guasti, che tutto il refrigerante rimanga confinato nella sola unità esterna, evitando così scambiatori intermedi, spesso causa di perdite in termini di efficienza e temperatura di mandata.

L’unità interna, inoltre, grazie a un sistema di controllo avanzato funziona come un vero e proprio controllore di centrale termica, così da consentire la gestione:

  1. dell’unità esterna
  2. di un eventuale generatore ausiliario
  3. della produzione di acqua calda sanitaria e fino a 3 circuiti diretti e/o miscelati.

Il tutto viene regolato tramite un display touch a colori da 7” con interfaccia avanzata ed intuitiva. L’unità è Smart Grid Ready e di serie viene già integrata l’interfaccia Modbus e BACnet che consente l’allacciamento a un sistema domotico esistente.

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