Le case a energia quasi zero vantano ottime prestazioni energetiche e soddisfano il fabbisogno in buona parte con le rinnovabili. Dal 2021 i nuovi edifici sono nZEB.
Indice:
- Cos'è una casa nZEB?
- I vantaggi di una casa nZEB
- La normativa
- Come verificare un edificio nZEB
- Quanto consuma una casa nZEB
- Quanto costa una casa nZEB per gli italiani
- Differenza tra casa nZEB e casa passiva
- La tecnologia impiantistica nelle case nZEB
- A chi rivolgersi per realizzare un edificio nZEB?
Cos'è una casa nZEB
La sigla nZEB significa Nearly Zero Energy Building (o Near Zero Consumption Building) e si riferisce a un sistema edificio-impianto che, secondo le definizioni ufficiali, è un “edificio ad altissima prestazione energetica in cui il fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili”.
Una casa nZEB nasce con particolari caratteristiche di efficienza dal punto di vista dell'isolamento termico e impiantistico (cappotto termico, assenza di ponti termici, presenza di ventilazione meccanica con recupero di calore, climatizzazione invernale ed estiva alimentata da energie rinnovabili) in relazione al luogo in cui si colloca e al suo orientamento, ad esempio perché è necessario massimizzare l’apporto solare.
Una abitazione situata in aree geografiche dal clima caldo, quindi, avrà specifiche e punti di forza diversi da una situato in zone con clima rigido.
Avere edifici a energia quasi zero non è assolutamente un miraggio, perché gli edifici nuovi devono già oggi essere realizzati proprio con questi criteri.
Se si tratta di riqualificare una struttura esistente la sfida è più complessa perché esistono vincoli di cui tenere conto, ad esempio la tipologia di murature e i materiali di costruzione.
I vantaggi di una casa nZEB
Essenzialmente, una casa nZEB è caratterizzata dall'assoluto vantaggio di avere un ridotto fabbisogno di energia, quindi comporta una netta riduzione delle bollette (ove possibile quella del gas sarà azzerara) e di conseguenza da emissioni climalteranti estremamente ridotte.
Adozione e attenzione verso di tecniche costruttive, materiali e tecnologie all'avanguardia per la gestione intelligente degli impianti, determinano anche livelli di benessere estremamente elevati.
La normativa sugli edifici nZEB
Il concetto nZEB è stato introdotto dalla direttiva europea 2010/31/EU sulla prestazione energetica degli edifici (EPBD), recepita in Italia con Decreto legge 63/2013, convertito in Legge n. 90/2013.
In particolare, l’art. 5 del D.L. 63/2013 ha stabilito che in Italia a partire dal 1° gennaio 2021 (dal 31 dicembre 2018 per gli edifici pubblici) tutte le nuove costruzioni debbano rispettare i requisiti per gli edifici nZEB.
Per quanto riguarda i requisiti specifici degli edifici a energia quasi zero, a definirli ci ha pensato l’Allegato del Decreto Ministeriale 26 giugno 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, il cosiddetto decreto “Requisiti Minimi”.
Sono considerabili Nearly Zero Energy Building gli edifici, sia di nuova costruzione che esistenti, per cui sono contemporaneamente rispettati le consizioni prestazionali previsti dal decreto stesso e gli obblighi di integrazione delle fonti di energia rinnovabili contenuti Decreto Legislativo 28/2011 sulle rinnovabili.
Approfondimento: Ora gli edifici nZEB sono diventati obbligatori
Come verificare un edificio nZEB
Con gli edifici nZEB non è stata creata una vera e propria classe energetica che si aggiunge a quelle esistenti (dalla A4 alla G), ma sono stati introdotti, a partire dalle date d’obbligo, valori soglia più stringenti da non superare relativamente a vari parametri, stabiliti in base a quelli di un teorico “edificio di riferimento”.
Se i valori sono migliori, allora l’edificio può considerarsi nZEB, indipendentemente dalla classe energetica di appartenenza.
Cos'é un edificio di riferimento?
È un edificio identico in termini di geometria (sagoma, volumi, superficie calpestabile), ubicazione, orientamento, destinazione d’uso e caratterizzato da prestazioni e parametri energetici predeterminati.
Il Decreto 26 giugno 2015 prevede importanti parametri di cui tenere conto:
- Gli indici di prestazione termica
- Il coefficiente medio globale di scambio termico per trasmissione
- L’area solare equivalente estiva per unità di superficie utile
- I rendimenti degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva e di produzione dell’acqua calda sanitaria
- I limiti sulle trasmittanze degli elementi disperdenti
Inoltre, il consumo (o consumi in generale) devo essere coperto con energia da fonti rinnovabili secondo le percentuali stabilite dal D.Lgs 28/2011: almeno il 50% per la produzione di acqua calda sanitaria e almeno il 50% per ACS, riscaldamento e raffrescamento nel loro insieme.
Le tabelle di riferimento per i parametri e le specifiche da rispettare sono contenuti nell’Appendice A del decreto.
Quanto consuma una casa nZEB
Una stima dei consumi degli edifici nZEB è contenuta nell’'Allegato 1 del Decreto interministeriale 19 giugno 2017 dal titolo “PANZEB, Piano d’Azione Nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero” realizzato nel 2017 da MISE, ENEA, RSE, CTI e MISE
I calcoli sono stati effettuati sulla base di alcuni edifici esistenti (nuovi o riqualificati) nelle zone climatiche E e B di diversa tipologia, destinazione d’uso e zona climatica, tutti realizzati rispettando i parametri di isolamento e trasmittanza richiesti dal DM Requisiti Minimi per la definizione di nZEB e considerando l’installazione di una pompa di calore come sistema di climatizzazione e produzione di ACS.
Riscaldare una casa in classe energetica G, ad esempio, può costarti fino a 10 volte di più di una casa in classe A, se non adotti prodotti innovativi per ridurre i consumi e, di conseguenza, le spese. > Leggi articolo
I risultati mostrano un fabbisogno energetico globale non rinnovabile (EPgl,nren) tra i 35 e i 60 kWh/m2 anno (come le classi A4 e A3); fanno eccezione l’edificio residenziale monofamiliare e l’ufficio riqualificato in zona climatica E, con valori attorno agli 80 kWh/m2 anno (come una classe A2).
Il fabbisogno di energia non rinnovabile è quello che deve essere soddisfatto dalle tradizionali fonti fossili, per cui più è basso, più l’edificio è virtuoso ed ecosostenibile.
Come si vede nella tabella sottostante, tratta dal PANZEB, se l’edificio nZEB è nuovo si ottengono prestazioni superiori rispetto a un edificio esistente riqualificato.
Quanto costa una casa nZEB per gli italiani
Se come utente stai pensando di investire sull'immobile di tua proprietà (magari di classe E, F, G), ristrutturandolo o riqualificandolo per renderlo una casa nZEB, partiamo subito con una buona notizia: l'edificio e gli interventi rientrano nell'Ecobonus 65% come "riqualificazione energetica globale - comma 244".
Questo significa che gran parte del tuo investimento potrà essere recuperato grazie alle detrazioni fiscali, abbattendo di molto i tempi di ritorno.
Ma non solo! Devi considerre anche il risparmio energetico che otterrai con le nuove tecnologie, oltre che l'aumento del valore di mercato dell'abitazione.
Soffermandoci sui costi (in continuo cambiamento, soprattutto in questo periodo) da sostene, vediamo quelle che potrebbero essere le probabili soluzioni che possono essere applicate per questo tipo di progetto:
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sostituzione caldaia con pompa di calore (circa 15.000 euro)
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realizzazione impianto fotovoltaico 3 kW (circa 6.500 euro)
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installazione impianto di ventilazione meccanica controllata (circa 5.000 euro)
- installazione cappotto termico per l'involucro edilizio (circa 100/150 euro/mq) segnalando che i prezzi sono da prendere con le pinze in questo periodo
- sotituzione infissi (110/130 euro/mq)
INeYOUNG, residenza bella e green a energia quasi zero. > Scopri questa realizzazione
Questo è uno degli esempi di come la riqualificazione di esidifi esistenti, insieme all'efficientamento energetico, permettano uns significativo aumento di comfort, risparmio e valore di vecchi immobili.
Differenza tra casa nZEB e casa passiva
I concetti di casa nZEB e casa passiva coincidono sotto molti aspetti, la differenza risiede negli standard utilizzati che, nel caso della casa passiva, corrispondono a quelli del protocollo ufficiale internazionale Passive House. Tuttavia, esistono differenze concettuali.
Se in una casa nZEB le prestazioni dell’isolamento termico dell’edifico sono un fattore importante, nella “casa passiva” (definite Passive House dal protocollo che le certifica) diventano determinanti, al punto da rendere a volte superfluo un impianto di riscaldamento perché possono bastare gli apporti di calore naturalmente presenti in casa per mantenere la temperatura, ad esempio la presenza umana.
La casa passiva punta, quindi, sul risparmio energetico più che sulla produzione di energia rinnovabile, è progettate con livelli di isolamento termico altissimi, infissi di ultimissima generazione ed è priva di ponti termici, raggiungendo una tenuta all’aria che la rende praticamente “a tenuta stagna”. Secondo gli standard Passive House, oltre al concetto di casa che non richiede energia, il comfort abitativo è centrale.
La tecnologia impiantistica nelle case nZEB
Nella realizzazione di un edificio ad energia quasi zero è fondamentale anche la componente impiantistica. Essa deve garantire massima efficienza, azzeramento degli sprechi e un importante contributo da risorse rinnovabili.
Queste sono le tecnologie per la climatizzazione invernale ed estiva coinvolte, che andranno scelte in base al tipo di edificio (se nuovo o da riqualificare) e degli altri fattori esterni (area geografica, orientamento, ecc):
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pompa di calore (ad aria, acqua o geotermica), sistema molto efficiente che sfrutta fonti rinnovabili e funziona a bassa temperatura, indicata per i pannelli radianti;
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sistema ibrido, ossia combinazione tra pompa di calore e caldaia a condensazione, indicato se il clima è particolarmente rigido o nelle riqualificazioni (la sola caldaia non è la soluzione indicata per le case nZEB perché non apporta un contributo di fonti rinnovabili);
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solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e per supporto al generatore di calore principale;
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impianto di ventilazione meccanica controllata (VMC) con recuperatore di calore, necessario per garantire il ricambio d’aria continuo in un edificio ben coibentato e utile ad apportare un risparmio energetico aggiuntivo;
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eventuale impianto fotovoltaico per autoprodurre energia elettrica con cui alimentare la pompa di calore e il sistema di VMC, per rispettare gli obblighi sulle rinnovabili;
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sistemi di regolazione evoluti ed eventualmente di Building Automation, per ottimizzare e automatizzare la gestione degli impianti a beneficio del risparmio energetico e del comfort.
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fasi nell‘ambito di lavori di efficientamento energetico, dallo studio di fattibilità
alla redazione dell’APE alla scelta delle soluzioni, fino agli adempimenti
normativi, sia per l’accesso al Superbonus che alle altre agevolazioni del 65% o
50% (Ecobonus e Bonus Casa).
Questo percorso non riguarda solo i proprietari di case, ma anche chi gestisce
edifici commerciali o chi guida un’azienda che, soprattutto in quest‘ultimo
periodo, si trovano a fare i conti con l‘impennata dei costi dell‘energia.
Sicuramente fare la scelta giusta dal punto di vista energetico e impiantistico,
consente una reale riduzione dei consumi (e costi), nonché il miglioramento del
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